Riassunto analitico
Il presente scritto si occupa della riflessività in quanto paradigma e metodologia cardine dell'agire pratico e dell'elaborazione teorica di professionisti dell'educazione operanti all'interno di una comunità di pratica, ossia di un gruppo di lavoro educativo impegnato nella costante negoziazione del significato della propria attività, attraverso processi partecipativi e collaborativi di confronto e condivisione di pensieri, teorie, esperienze e pratiche. Esse trovano la propria sintesi nel lavoro del gruppo educativo per la costruzione di un contesto educativo adeguato a processi di apprendimento e deuteroapprendimento, che riconoscono nelle relazioni interpersonali e nelle relazioni che il soggetto ha con l'ambiente la coevoluzione ecosistemica che accompagna la crescita collettiva e individuale. La costruzione del contesto educativo da parte dell'equipe è una pratica che contiene in sé un importante processo di riflessività, in grado di alimentare costantemente una ricerca che si fa al contempo azione e viceversa, in una interrelazione dialettica tra teoria e prassi che trova la propria sintesi nell'agire concreto dell'uomo per la trasformazione della realtà. Una trasformazione che è contemporaneamente apprendimento e, quindi, un gruppo di lavoro che attraverso la propria pratica sociale diviene gruppo di apprendimento, organizzazione che apprende e che sviluppa forme di deuteroapprendimento organizzativo. La riflessività nel gruppo di lavoro educativo si presenta come processo intersoggettivo che include la formazione permanente di professionisti impegnati in pratiche di osservazione, ricerca-azione e un processo pedagogico contraddistinto dal procedere dialettico e ricorsivo dell'autovalutazione e della progettazione educativa. All'interno del gruppo di lavoro la riflessività è agevolata da pratiche narrative e di scrittura riflessiva, nonché da una pratica di documentazione, parte integrante della progettualità educativa. La documentazione rappresenta nel medesimo momento sia un processo che un prodotto a sostegno della riflessività. Infine il coordinamento pedagogico, in quanto elemento cardine del gruppo di lavoro, del proprio funzionamento collettivo, nonché uno dei principali indicatori di qualità di un servizio socioeducativo, rappresenta nella figura del pedagogista un mediatore di riflessività, un promotore di dinamiche democratiche e cooperative per l'elaborazione collettiva del progetto pedagogico e un facilitatore del gruppo educativo in quanto comunità di pratica. Contemporaneamente, la stessa riflessività può divenire un elemento centrale perchè la documentazione non costituisca una mera pratica burocratica e perchè il coordinatore pedagogico non sia semplicemente una figura amministrativa con compiti puramente organizzativi-gestionali. Il testo tratta il tema della riflessività insita nella relazione dialettica tra pensiero e azione, nelle sue dinamiche contraddittorie, nonchè nella coevoluzione tra soggetto e ambiente, evidenziando gli aspetti relazionali, sociali e interpersonali che caratterizzano l'agire pratico, nella concreta complessità e problematicità del lavoro educativo quotidiano. Inoltre, l'elaborato cercare di presentare la riflessività non come un elemento indipendente dalla realtà oggettiva ma, al contrario, come fattore che da essa trae origine, ribaltandone, la natura idealistica e soggettivista derivante, in ultima analisi, dall'approccio pragmatista. Si cerca, quindi, di decontestualizzare la riflessività da una prospettiva pragmatista per porla su basi epistemologiche materialiste, ribaltandone il movimento dialettico in modo da permettere al paradigma della riflessività di camminare sulle proprie gambe e non piantarsi sulla propria testa, ponendo al centro non l'idea ma la realtà materiale.
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