Riassunto analitico
La branca di studio neuroestetico raccoglie apporti di natura estremamente trasversale e, nel contempo, li finalizza a un obiettivo conoscitivo, invece, decisamente specifico. Ogni contributo è teso a comprendere se esistano ragioni scientifiche per un "oggettivamente bello" e, se è così, dove risieda, a cosa sia dovuta la risposta estetica del cervello umano e se si possano avanzare ipotesi predittive. Il campo d'indagine, potenzialmente sterminato, viene qui ristretto al prodotto visivo, considerato sia nell'essenzialità del processo cognitivo, sia come complessa analisi dell'incontro iconico-artistico, nelle molte forme in cui può manifestarsi. Nel corso degli ultimi decenni, neuroscienziati, psicologi, fisici e studiosi di varia provenienza si sono posti il problema di quali siano le scelte che un autore di immagini può compiere, sulle unità iconiche strutturali della composizione artistica, per assicurarle un sicuro successo estetico: così, un'importante e secolare questione speculativa tra artisti e pittori si traduce in solida materia di ricerca neuroscientifica. I risultati di vari e recentissimi esperimenti di screening cerebrale rivelano la dislocazione funzionale della processazione di alcuni elementi visivi, per cui è lecito supporre che la valutazione estetica segua dettami fisiologico-evolutivi. Secondo questo percorso ipotetico, un'esatta individuazione dei complessi e, in gran parte, non identificati meccanismi d'elaborazione dei primitivi estetici e delle loro combinazioni potrebbe rivelare i pilastri di una bellezza oggettiva e universale, per il senso visivo. Tuttavia, è di massimo interesse capire quale spazio d'azione detenga l'associazione semantica individuale, al fine dell'elaborazione di un dato esito. La prima sezione esamina, così, la questione percettiva, approfondendo aspetti storici e fisici del fenomeno luminoso, le manifestazioni cromatiche e le strutture elaborative deputate alla processazione delle immagini, dall'occhio al cervello. In secondo luogo, si considera attentamente la prospettiva disciplinare neuroestetica, esaminandone premesse, conquiste e stato dell'arte; a questo capitolo segue necessariamente una trattazione approfondita dei sottocodici del linguaggio visivo, in un'operazione di vera e propria scomposizione estetico-funzionale dell'immagine. Esempi di efficace qualità sono poi, nel quarto capitolo, esaminati a fondo, come case studies.
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Abstract
Neuroaesthetics as a branch of scientific studies collects many different and cross sectional contributions and, concurrently, directs them to a highly specific exploratory purpose. Every contribution aims to understand if there are scientific reasons to postulate a “universally beautiful” item, and, if it so, where does this beauty reside, what is the brain's aesthetic response due to and if it is possible to develop predictive hypothesis. The analytic perspective, which could be extremely broad, is here narrowed down to the visual product, considered both in the essential cognitive process, and in a complex analysis of the iconic-artistic form, in the numerous options of its manifestation.
In the last decades, neuroscientists, psychologists, physics and many different specialists have wondered which choices an image author can make on the structural iconic units of an artistic composition, in order to ensure that it will be successful: so, an important and certuries-old speculative issue is translated in a solid major for a neuroscientific research.
What results from various and recent brain screeming's experiments is a revelation of the functional dislocation of the processing of some visual elements: for this reason, it is possible to assume that the aesthetic judgement follows physiologic and evolutive rules. In this view, an exact identification of the complex and mainly mysterious mechanisms of elaboration of aesthetics primitives and their combination may reveal the cornerstones of a objective and universal beauty, for the visual perception. Nevertheless, it is extremely interesting to understand what is the weight of the individual semantic association, to elaborate a certain outcome. The first chapter examines the perceptive process, deepening historic and physical aspects of the light phenomenon, the chromatic manifestation and the elaborative structures that are necessary to process images, from the eyes to the brain. In the second place, it is considered the neuroaesthetic perspective, its premises, its achievements and the state of art: a third chapter follows, with a deep discussion about visual language subcodes, an actual aesthetic and functional image breakdown. Some effective and qualitative examples are investigated in the last section, as case studies.
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