Riassunto analitico
La storia dei preti operai prese avvio durante la Seconda Guerra mondiale in Francia per opera di militanti cristiani, vescovi e sacerdoti che ritennero importante sostenere fisicamente i lavoratori che furono internati nei campi di lavoro, in seguito all'occupazione tedesca. Nel primo capitolo della dissertazione si tenta, per l'appunto, di ricostruire la genesi dell'esperienza elaborando dei materiali d'archivio relativi al caso della diocesi di Lione e nello specifico all'insediamento nel quartiere operaio di Gerland dell'equipe di sacerdoti e religiosi guidata dal vescovo coadiutore Alfred Ancel negli anni Cinquanta del Novecento. Lo sviluppo sperimentale di tale apostolato in Italia viaggiò parallelamente alla Francia ma, nel nostro territorio, assunse delle sembianze del tutto singolari. Gli anni precedenti ed immediatamente successivi al Concilio Vaticano II furono portatori di grandi novità: nonostante esistessero poderose resistenze nell'ambiente curiale, le forti personalità dei presbiteri toscani Bruno Borghi e Sirio Politi riuscirono a realizzare una forma d'apostolato nuova, totalmente immersa nella vita operaia. Nel secondo capitolo si cerca, difatti, di analizzare tale complicato radicamento dei preti operai italiani. Il terzo ed il quarto capitolo investono appieno il vivo dell'esperienza, studiando ed analizzando l'evoluzione del gruppo italiano dei PO e la sua dislocazione regionale negli anni Settanta, a partire dalla quale, l'autrice, cerca di compiere due differenti approfondimenti che, a suo avviso, simboleggiano due delle linee interpretative della vicenda, vale a dire, la “linea teologico-pastorale”, espressa dal gruppo di sacerdoti provenienti dalle diocesi dell'Emilia Romagna e la “linea politica” espressa dai lombardi. Attraverso l'analisi di fonti italiane e francesi inedite – relative inoltre ad archivi privati –, alla ricognizione di svariati articoli su periodici e all'innumerevole storiografia – più cospicua in terra francese e limitata in Italia, con al vertice i lavori della professoressa Marta Margotti dell'Università degli Studi di Torino –, l'autrice cerca di compiere un'analisi complessiva di tale fenomeno, risaltando l'inclinazione politica e l'attitudine al dissenso dei PO italiani. Oltre alla riflessione inerente alla natura sacerdotale, la storia dei preti operai lascia affiorare un'acuta riflessione circa il tema della laicità e della separazione tra la sfera giuridica e quella religiosa, portata avanti con particolare costanza dal gruppo dei preti operai italiani.
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Abstract
The history of the worker-priests began during the Second World War in France by militant Christians, bishops and priests who believed it was important to physically support the workers who were interned in labour camps, following the German occupation. In the first chapter of the thesis, the author reconstructs the genesis of experience, analysing archival materials related to the case of the diocese of Lyon and, specifically, studying the group of French worker-priests coordinated by coadjutor bishop Alfred Ancel, in the industrial area of Gerland, in the fifties in the twentieth century. Experimental development of this form of priesthood in Italy travelled parallel to France but, in our territory, took a singular peculiarity. The years preceding and immediately following the Second Vatican Council were bearers of great news: although there was powerful resistance in the Roman Curia, the strong personality of Tuscan priests Bruno Borghi and Sirio Politi managed to revive in Italy a new form of priesthood, totally immersed in the life of workers. In the second chapter, in fact, the author analyses the complicated roots of the Italian worker-priests. The third and the fourth chapter invest the full live experience, studying and analysing the evolution of the Italian group of worker-priests and its regional location in the seventies, from this the author tries to make two different interpretative lines: the “theological-pastoral line”, expressed by the group of priests from the Emilia Romagna dioceses and the “political line” expressed by the group of priests from the Lombardia dioceses.
Through the analysis of Italian and French unpublished sources – also related to private archives – through the reconnaissance of several articles in periodicals and of historiography – conspicuous in France, limited in Italy, which is headed by the works of Marta Margotti (University of Turin) –, the author tries to make a general analysis of this phenomenon, emphasizing the political inclination and attitude to dissent of Italian worker-priests. In addition to consideration inherent to priesthood, the history of the worker-priests represents a reflection on the issue of secularism and the separation between the juridical and religious sphere, carried out, with particular consistency, by the group of Italian worker-priests.
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