Riassunto analitico
Questa tesi si occupa dell’opera di Theodor Reik (1888-1969), uno degli intellettuali che si raccolsero attorno a Sigmund Freud. Viene qui analizzata la sua opera di psicoanalisi applicata al fenomeno religioso, perseguendo dichiaratamente l’obiettivo di un suo recupero e valorizzazione, essendo l’ambito psicoanalitico caratterizzato da una sovrabbondante produzione di studi sui grandi maestri, primo fra tutti Sigmund Freud e, allo stesso tempo, da una notevole scarsità di opere dedicate ai discepoli. Pochi sono infatti gli studi dedicati a questo autore e, nel caso della lingua italiana, addirittura alcune importanti opere dello stesso Reik non sono ancora, ad oggi, state tradotte. Si cerca in questo lavoro di dimostrare, inoltre, che Reik, pur mantenendosi all’interno dell’ortodossia freudiana, fu capace di una produzione scientifica dotata di una propria autonomia. Theodor Reik fu legato a Freud in modo del tutto particolare, sia umanamente che intellettualmente, tanto che il maestro arrivò a considerarlo il proprio successore. Fu analista non medico, provenendo da studi di filosofia e, anche sollecitato dallo stesso Freud ad orientarsi verso lavori di psicoanalisi applicata, partendo da studi sui riti della pubertà si dedicò, fra le altre cose, all’analisi di tematiche storiche, mitologiche, religiose, ed in particolare di narrazioni bibliche e tratti culturali della tradizione ebraica, essendo peraltro, egli stesso, ebreo. Il mito della creazione della donna ed il mito della caduta, cui Reik dedicò due opere che fanno parte della tetralogia biblica che l’autore produsse nella fase matura del proprio percorso intellettuale, sono fatte oggetto di approfondimento in apposite sezioni di questa tesi. Theodor Reik criticò la concezione illusoria della religione e la conseguente visione salvifica della scienza di stampo freudiano, ponendosi così, forse in modo non del tutto consapevole, in un’ottica pienamente novecentesca da un punto di vista scientifico. Freud, al contrario, si mantenne ancora legato all’ Ottocento, non cogliendo, come invece seppe fare il discepolo, i rivolgimenti epistemologici allora ormai pienamente avviati.
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