Riassunto analitico
L’idea alla base di questo elaborato è la seguente: quando un’azienda o un’organizzazione utilizza un gruppo per lo svolgimento di un determinato compito, è inutile chiedersi se sarebbe stato più produttivo il lavoro del singolo, è più efficace cercare di risolvere le problematiche sorte. Ciò che possiamo fare è cercare di capire se all’interno del gruppo l’individuo esprime le sue potenzialità, se collabora o se si verificano casi di inerzia sociale ovvero di social loafing. Dopo un piccolo excursus su alcuni concetti teorici per inquadrare il problema, nel secondo capitolo sono presi in considerazione i contributi di vari studiosi in materia per approfondire questa patologia che consiste nella tendenza degli individui a diminuire il proprio sforzo in gruppo rispetto a quando lavorano da soli. Infine, ci proponiamo di analizzare in modo più specifico alcuni fattori chiave del social loafing: approfondendo le possibilità d’intervento crediamo che si possa limitare e magari tendere verso una condizione ideale di social labouring. Le possibilità di governare il fenomeno esistono, possiamo vederlo dagli esperimenti e dai contributi di diversi studiosi che dalla fine degli anni Ottanta fino al giorno d’oggi hanno cercato e continuano a cercare soluzioni per arginare la patologia. Per questo nel terzo capitolo vengono presi in esame fattori cruciali quali l’organizzazione, la motivazione, i profili individuali e i processi di selezione e formazione. Da un’ottica generale in alcuni paragrafi l’elaborato si focalizza su temi specifici quali il social loafing in contesti competitivi (sport di squadra) e nei gruppi virtuali. Il mio interesse per questo argomento è nato perché noi tutti abbiamo sperimentato almeno una volta questa patologia in vari ambiti, ad esempio nelle squadre sportive, all’università o sul lavoro, magari non ce ne siamo neppure accorti, magari abbiamo attuato anche noi questi comportamenti o ci siamo sentiti molto infastiditi quando li abbiamo subiti.
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