Riassunto analitico
Nel 2019 è stato celebrato il trentesimo anniversario della stipulazione della Convenzione Internazionale dell’ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, considerato ad oggi il più importante documento lavoro minorile. Dagli anni Ottanta del secolo scorso, infatti, è emersa una nuova sensibilità nei confronti della tutela dei minori e nel tempo sono certamente stati fatti molti passi avanti a livello mondiale per combattere e ridurre al massimo lo sfruttamento di bambini e di adolescenti. Questa situazione ha portato addirittura a dichiarare il 2021 come data in cui si sarebbe eliminato del tutto questo terribile fenomeno. Tuttavia, a causa della pandemia di Covid-2019 invece di continuare a ridursi come gli scorsi anni, il fenomeno ha avuto un notevole incremento dovuto all’aumento della povertà e dell’instabilità che da due anni ormai caratterizzano la popolazione mondiale. Il lavoro minorile è una realtà ancora oggi esistente e diffusa soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. Scopo del mio elaborato è proprio quello di ripercorrere l’evoluzione del fenomeno nell’ultimo secolo e mezzo, cercando in primo luogo di definirlo, dare delle stime, nonché esaminarlo dal punto di vista storico dalla seconda Rivoluzione Industriale in poi. Nel corso del secondo capitolo, invece, passerò all’analisi delle varie normative ratificate a livello internazionale dalla fine della Seconda Guerra Mondiale per combatterlo, trattando anche gli importanti contributi alla riduzione del fenomeno avuti negli anni da parte dell’ILO e dell’UNICEF nonché delle Autorità Garanti dei diritti dell’infanzia a livello europeo. Nel terzo ed ultimo capitolo, infine, verrà affrontata la situazione caratterizzante i nostri giorni dall’avvento della Globalizzazione in poi, la quale può essere definita una vera e propria nuova epoca di sfruttamento. Il tutto trattando lo sfruttamento minorile continente per continente, riportando storie, testimonianze e scandali che negli anni hanno aiutato a dare una scossa alla società e all’opinione pubblica, permettendo pian piano non solo di diminuire le cifre del fenomeno ma anche di porre obiettivi ambiziosi per combatterlo per sempre come quelli contenuti nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Il tutto ci porta al riuscire a rispondere ad una domanda essenziale: perché, nonostante i vari passi avanti compiuti nel tempo dalle organizzazioni mondiali, non si è ancora riusciti a superare del tutto questo esempio di fondamentale negazione dei diritti inalienabili dell’uomo? Come si può evincere dal testo e dagli sviluppi avuti in seguito della pandemia di COVID-19, la causa principale è che nella maggioranza dei casi questo fenomeno è legato alla povertà, la quale non solo affligge i paesi del terzo mondo ma anche quelli in via di sviluppo o quelli più avanzati dal punto di vista economico, realtà che come già accennato è peggiorata con la pandemia. Tuttavia, emerge anche il fatto che esistono motivi secondari e meno conosciuti rispetto a quello principale, come gli interessi economici e politici legati allo sfruttamento del lavoro minorile, i quali continuano a caratterizzare non solo i paesi poveri ma pure quelli più industrializzati, nei quali il fenomeno sembra essere solo marginale o addirittura superato ma la realtà è ben diversa.
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