Riassunto analitico
Il solo settore dell’energia è responsabile di quasi i tre quarti delle emissioni di gas serra che stanno causando il riscaldamento del globo. Secondo quanto riportato nel report dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), le emissioni derivanti dal settore energetico nell’ultimo anno (2021) equivalgono a 33 miliardi di tonnellate di CO2. Our World in Data dà evidenza, nel grafico riportato, dell’attuale energy mix, vale a dire, il mix di fonti d’energia attualmente impiegate nel mondo: quasi l’85% dell’energia consumata proviene dai combustibili fossili ed in particolare dal petrolio (33%), dal carbone (27%) e dal gas (24%), mentre le energie rinnovabili rappresentano solo poco più dell’11%. Per poter pensare di raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica al 2050, con uno scenario di partenza caratterizzato da quanto illustrato in precedenza, dobbiamo necessariamente ripensare le modalità di creazione dell’energia e di alimentazione delle grandi industrie, dei sistemi di riscaldamento e dei trasporti. La transizione energetica è indubbiamente al centro della più ampia transizione ecologica che si rende inevitabile e necessaria. L’abbandono graduale dei combustibili fossili e il crescente sfruttamento delle energie rinnovabili rappresentano l’unico scenario che può consentirci di frenare la discesa verso il baratro del cambiamento climatico causato dall’uomo stesso. Infatti, la riduzione dell’uso dei combustibili fossili, in particolare del petrolio, ricopre il ruolo di priorità assoluta nei piani di transizione stilati dai governi di tutto il mondo. Questo per ragioni di triplice natura: economica, politica e ambientale, che prendono forma nel timore che le risorse naturali si esauriscano nel breve periodo e che si intensifichino di conseguenza i fenomeni di dipendenza dai paesi fornitori con un inasprimento dei disequilibri sociopolitici che ne conseguono e, in ultimo ma assolutamente centrale, il problema del cambiamento climatico e dell’inquinamento del nostro pianeta. Le strategie per la transizione energetica prevedono in primis azioni finalizzate all’efficientamento del sistema energetico esistente e, in secondo luogo, una generale spinta verso l'elettrificazione (ad esempio nel settore dei trasporti pubblici e dei veicoli privati, nella gestione ambientale delle strutture residenziali e commerciali) utilizzando fonti di energia rinnovabile come l’energia solare, eolica, idrica e l’idrogeno. È un’operazione che impone enormi cambiamenti non solo nelle infrastrutture esistenti, ma anche nelle filiere industriali ormai consolidate da decenni, e in particolare rispetto alle catene di approvvigionamento e distribuzione dei beni e infine nelle nostre abitudini di consumo. Nel qui presente lavoro vengono approfondite in un primo capitolo fondamentale le origini teoriche dei concetti di sostenibilità e di sviluppo sostenibile che rappresentano la base concettuale della transizione ecologica. Viene dedicato ampio spazio al ruolo della pubblica amministrazione come soggetto socialmente responsabile nei confronti della cittadinanza e come veicolo della transizione energetica e della cultura della sostenibilità a livello locale. A tal proposito viene riportata l’esperienza della Città di Segrate che si vuole affermare come primo centro per la ricerca e l’applicazione di tecnologie ad idrogeno. Vengono poi illustrati anche i principali piani messi in atto a livello Europeo e Nazionale, con un focus sulle opportunità offerte dal PNRR all’Italia. In ultimo, all’interno della più ampia analisi dello stato attuale del settore energetico in Italia, viene discusso il ruolo dell'idrogeno come vettore della transizione verso un futuro a zero emissioni di carbonio in particolare in quei settori più impattanti dell’industria pesante.
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