Riassunto analitico
In base al continuo aumento del numero e della varietà di possibili animali domestici, si ha la necessità di aumentare di pari passo la tutela della loro salute in quanto gli animali esotici sono spesso fonte di zoonosi, di conseguenza, il problema non rimane solo circoscritto all’animale che, da compagno di vita, diventa così fonte di contagio per il padrone. La ricerca di uova e parassiti nelle feci (esame coproparassitologico) risulta essere fondamentale per diagnosticare tali disfunzioni, motivo per cui questo tipo di test viene spesso svolto a priori durante una prima visita dell’animale. In cattività, infatti, la concentrazione di parassiti può essere molto più alta che in natura e quindi può essere potenzialmente più pericolosa per questi animali, per esempio un rettile in cattività, stressato e molto parassitato è più soggetto alla malattia rispetto allo stesso libero in natura, secondo S. Rota et al. (2015). Le analisi sono state svolte nei confronti di una serie di animali raggruppabili sotto il nome di “animali esotici da compagnia” che comprende animali quali: Mustelidi (Mustela putorius furo), Lagomorfi (Oryctolagus cuniculus), Roditori (Cavia porcellus, Chinchilla Bennett, Cricetinae sp., Rattus sp.), Insettivori (Erinaceinae sp.), Sauri (Iguana iguana, Eublepharis macularius e Pogona vitticeps) e Cheloni (Testudo hermanni, T. graeca, T. horsfieldi, e T. kleinmanni). L’obiettivo principale di questa ricerca è quello di identificare l’eventuale presenza di uno o più fattori che sono positivamente correlati ad una maggiore predisposizione nel soggetto, o in generale nella specie animale, nello sviluppare parassitosi. I risultati delle analisi sono stati elaborati e raggruppati in funzione a variabili prestabilite all’inizio dell’indagine che sono: la specie animale, l’età, lo stile di vita, il tipo di alimentazione, la convivenza con altri animali e le condizioni fisiopatologiche del soggetto (in particolar modo la presenza di patologie gastrointestinali). Dalle analisi dei dati non sono state riscontrate variabili, tra quelle menzionate, rilevanti dal punto di vista statistico. Andando infatti ad applicare la statistica di Fisher per ricercare una possibile correlazione positiva, si sono sempre riscontrati valori di p value maggiori dell’errore α fissato al 5% (0.005). Nonostante tali risultati, si è comunque riusciti a dimostrare come, in funzione anche del limitato numero di campioni relativo alle singole categorie animali, i Lagomorfi siano maggiormente soggetti a parassitosi promosse da Coccidi e come, invece, gli ordini dei Sauri e dei Cheloni siano correlati ad una maggiore presenza dei parassiti Oxyurida sp..
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