Riassunto analitico
Fin dall’antichità̀ le popolazioni insediate nell’arco alpino si sono trovate in una posizione sfavorevole: isolate geograficamente dai maggiori centri urbani e dalle relative comodità̀, hanno dovuto adattarsi al territorio, rintracciando nella natura e nell’uso delle sue risorse, un valido alleato. In queste aree si assiste ancora oggi ad un largo impiego tradizionale di specie vegetali, che è a rischio di erosione, poiché tramandato primariamente per via orale di generazione in generazione. In tale contesto si inseriscono le ricerche etnobotaniche condotte a partire dal 2019 in Valmalenco (Sondrio) e dirette dalla Prof.ssa G. Fico (DiSFARM, UNIMI) nell’ambito dei progetti Interreg Italia Svizzera B-ICE Bernina Terra Glacialis (2018-2022) e B-ICE GEMME (2022- 2023), il cui obiettivo è preservare e tutelare l’ambiente alpino e promuovere l’uso efficiente delle sue risorse, nel complesso sistema glaciale transfrontaliero del Massiccio del Bernina e del Monte Disgrazia. Con lo scopo di restituire, in forma rinnovata, i frutti della ricerca all’area di studio, i progetti hanno previsto la realizzazione di un Orto Botanico d’altura, che potesse accogliere e preservare la biodiversità̀ della flora locale, ma anche la ricca eredità culturale che ad essa corrisponde, messa in luce dall’indagine etnobotanica condotta. L’Orto botanico E. Dioli, sito in località Sant’Antonio di Caspoggio (SO - 1340 metri s.l.m.) è stato inaugurato nel mese di Luglio 2023, ospita 100 specie organizzate in 8 aiuole tematiche in relazione alle tradizioni d’uso della Valmalenco. Il presente lavoro di tesi e il tirocinio ad esso connesso descrivono la nascita dell’Orto botanico E. Dioli, attraverso diverse fasi: 1. selezione, reperimento e accoglienza di specie vegetali; 2. progettazione delle aiuole; 3. progettazione dell’apparato interpretativo; 4. formazione di guide e volontari. La partecipazione attiva al processo di costruzione dell’Orto botanico ha consentito, quale naturale conseguenza, la progettazione e realizzazione di percorsi guidati e laboratori didattici, basati sui risultati ottenuti nell’indagine etnobotanica. Sono state proposte visite guidate che introducessero alla tradizione d’uso delle specie botaniche. Spesso per gli abitanti della valle esse si sono rivelate un momento di recupero e rivisitazione della propria consuetudine d’uso che, attraverso l’Orto botanico è codificata, descritta e a disposizione del pubblico rendendo i valligiani protagonisti insieme al loro territorio. Sono stati proposti altresì laboratori a cielo aperto dal titolo “Esploratori sensoriali: una questione di olfatto”; “SOS Carie? SALVIAmoci!”; “Il fantastico mondo degli insetti impollinatori”. Tali attività sono incentrate sull’osservazione e la sperimentazione attiva ed hanno inoltre offerto l’occasione per la riscoperta e la rivalutazione delle tradizioni locali legate al mondo vegetale. In questo modo, il territorio diventa laboratorio attivatore di formazione esperienziale, che induce alla riflessione, concettualizzazione e sperimentazione attiva, stimolando processi di autocoscienza e riappropriazione e divenendo esso stesso motore della sua salvaguardia e valorizzazione. Tali azioni, oltre ad arricchire il patrimonio immateriale dell’Orto botanico d’altura E.Dioli, rientrano stabilmente nell’offerta divulgativa e didattica e potranno essere estese alle realtà scolastiche locali, come proposte didattiche a supporto delle regolari attività.
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