Riassunto analitico
BACKGROUND Durante la pandemia di Covid-19 si è sviluppato nella popolazione un crescente interesse nei confronti dei sanitari e di alcuni temi tra cui la violenza sul luogo di lavoro da parte dei professionisti sanitari. La categoria degli infermieri di Emergenza Territoriale è tra le più vulnerabili poiché si trova ad operare in zone extra-ospedaliere, spesso singolarmente, senza la sicurezza della struttura ospedaliera alle spalle. In seguito ad uno studio quali-quantitativo realizzato dall'Università di Modena e Reggio Emilia nel 2021 l'interesse verso l'argomento è cresciuto ancora di più e si è deciso tramite questo elaborato di indagare il fenomeno. E’ stata scelta una metodologia qualitativa per conoscere il vissuto degli infermieri raccontato dalla letteratura e poter creare nuovi contenuti tramite una metasintesi. L'OBIETTIVO dell'elaborato è quello di indagare qualitativamente il vissuto degli infermieri di emergenza che lavorano in ambito pre-ospedaliero rispetto agli episodi di violenza subita sul posto di lavoro e perpetrata da parte di pazienti, caregivers o altri operatori sanitari. MATERIALI E METODI le seguenti parole chiave sono state elaborate in stringhe di ricerca, poi utilizzata sulle principali banche dati (Pubmed, Cochrane, Cinhal, Embase e Psychinfo): workplace violence, emergency nurs*, prehospital OR pre-hospital, qualitative research, paramedic. Tra i risultati ottenuti sono stati presi in considerazione solo studi primari qualitativi (che comprendessero focus group e/o interviste) o studi secondari di ambito qualitativo. Tali studi sono stati valutati da un punto di vista metodologico tramite le check-list CASP e COREQ, in seguito ne è stata effettuata la metasintesi grazie alla tabella dei contenuti (finding extraction) in cui sono state riportate citazioni dirette e indirette degli intervistati. Da questa tabella sono stati estrapolati tramite etichette i temi rilevanti che sono stati infine rielaborati nell’ultimo capitolo. RISULTATI La banche dati hanno restituito un totale di 260 risultati. Di questi, 174 studi sono stati esclusi già dal titolo e dall’abstract poiché non pertinenti per metodologia o contenuto. Degli articoli rimanenti è stato analizzato il full-text e si è deciso di includerne 8 nella metasintesi. Gli articoli non compresi sono stati esclusi poiché non rispettavano i seguenti criteri di inclusione: metodologia qualitativa, ambito di emergenza pre-ospedaliera, popolazione infermieristica, presenza di citazioni dirette e indirette tratte dalle interviste, full-text disponibile. Poiché è stata appurata l'assenza di studi secondari in ambito qualitativo pre-ospedaliero, sono stati analizzati solo studi primari. DISCUSSIONE due grandi temi emergono dalle interviste analizzate: da una parte la consapevolezza del rischio di subire violenza durante l’attività lavorativa e insieme a questa un continuo tentativo di elaborazione di strategie di prevenzione e risposta. Dall’altra però, grandissimo è l’impatto negativo che questi avvenimenti hanno sul personale infermieristico: stress, somatizzazione, depressione e malattia sono solo alcuni di questi esempi. Risulta chiaro quindi che l’infermiere si sente responsabile in caso di avvenuta violenza tanto da accettarla e cercare alcune soluzioni. Questa spinta positiva però non deve ingannare poiché sottende sempre e comunque un impatto negativo vissuto dai professionisti. Tale impatto può ricadere negativamente sull’attività che gli infermieri si troveranno successivamente a svolgere. CONCLUSIONI è importante valorizzare il vissuto degli infermieri nei casi di violenza poiché risulta chiaro che questi possono influire negativamente sul loro operato futuro. Sebbene i sanitari siano preparati, questo non impedisce loro di subirne le conseguenze negative in termini di malessere mentale e fisico. Tra le molte strategie elencate dai sanitari emerge l’elemento dell’esperienza e della formazione.
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