Riassunto analitico
Il presente elaborato nasce dal tentativo di indagare come le comunità educative semi-residenziali per minori si inseriscano all’interno degli obiettivi del welfare state. Questo desiderio sorge dall’esperienza lavorativa come educatrice professionale all’interno di una comunità di questo tipo, dove per tre anni mi sono posta affianco ai ragazzi inviati dal Servizio Tutela Minori con passione, competenze e professionalità, portandomi a conoscere da vicino il disagio, la devianza e le fragilità familiari e a fare i conti con disincantata consapevolezza, dei limiti a cui va incontro chi, per inclinazione e professione, si pone nella condizione di provare a dare aiuto a chi ne ha bisogno. Un aiuto declinato in un contesto educativo che si pone l’obiettivo di agire in modo qualitativamente profondo su temi pedagogicamente importanti, ma che a livello quantitativo, il tipo d’intervento delle comunità semi-residenziali non è che una parentesi rispetto al tempo speso dai ragazzi nei contesti da cui, nella maggior parte dei casi, traggono origine le problematiche per cui vi è stata fatta una segnalazione presso il Servizio Tutela Minori. Col tempo ho sentito quindi la necessità di andare a capire quali fossero le premesse, o il ‘senso’, dei servizi educativi semi-residenziali per minori, partendo proprio da chi, o da cosa, muove le scelte prese in questa direzione. Alla ricerca di quel senso, mi sono mossa in una prospettiva di analisi globale, cercando di inquadrare il tema del welfare state, circoscrivendo poi la mia indagine proprio alle comunità educative semi-residenziali per minori, prima da un punto di vista teorico, e poi andando ad analizzare il modo in cui le teorie emerse si applicassero empiricamente a contesti reali. I casi di studio da me scelti sono stati quelli lavorativamente a me più vicino: la comunità educativa semi-residenziale per minori Tana per Tutti e il Servizio Tutela Minori dell’Unione del Distretto Ceramico di Sassuolo che è la principale committenza di Tana. Per quanto riguarda la ricerca teorica, mi sono basata su fonti di matrice psicologica e sociologica per indagare i temi inerenti al welfare, alle politiche sociali, alle famiglie e all’adolescenza, e principalmente sul D.G.R 1904/11 Direttiva in materia di affidamento familiare e accoglienza in comunità di bambini e ragazzi. Per quanto riguarda la ricerca empirica, mi sono servita della numerosa documentazione messa a disposizione dagli archivi di Tana per Tutti, dell’osservazione partecipata svolta in comunità e dell’interazione direttamente con 42 soggetti provenienti dal Servizio Tutela Minori, dalla Cooperativa Sociale Gulliver e dai ragazzi e dalle famiglie che vivono attualmente la comunità. Il filo rosso lungo cui si svilupperà l’intera argomentazione è quindi l’inquadramento dei servizi educativi semi-residenziali per minori da un punto di vista politico (CAP.1), funzionale e relazionale-educativo (CAP.2), dei bisogni delle famiglie e degli adolescenti (CA.3), dell’impatto che hanno in una realtà specifica come il Servizio Tutela Minori del Distretto Ceramico di Sassuolo (CAP.4) ed esperienziale, andando ad indagare una specifica comunità di Sassuolo, Tana per Tutti (CAP.5). Sicuramente il testo non si presenta esaustivo rispetto al tema indagato, ma l’auspicio è che il frutto del mio lavoro possa porsi come spunto di riflessione e di discussione da parte di chi già gestisce -o dovrà gestire- comunità educative semi-residenziali per minori e di chi le utilizza come tipologia d’intervento. La logica con cui complessivamente il testo è stato redatto, è quello di integrare le diverse competenze e professionalità di chi ruota attorno alle comunità semi-residenziali per minori, come unica strada possibile per favorire la crescita e l’ottimizzazione del servizio nell’ottica degli obiettivi di benessere posti dal welfare state.
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