Riassunto analitico
Secondo uno studio del Global Burden of Disease l’emicrania è il sesto disturbo più disabilitante e presenta sintomi neurologici estremamente invalidanti. L’emicrania rientra tra le cefalee primarie e si manifesta con attacchi della durata di 4-72 ore. Caratteristiche tipiche della malattia sono: localizzazione unilaterale, dolore pulsante, intensità media o forte, aggravamento con le attività fisiche di routine. Spesso è accompagnata da sintomi come nausea, vomito, fotofobia e fonofobia. Il trattamento acuto dell’emicrania può aiutare ad alleviare la sintomatologia, ma spesso i farmaci presentano effetti collaterali, come gli effetti cardiovascolari dei triptani, e molte controindicazioni. Inoltre, sebbene esistano diverse terapie efficaci nel trattamento del singolo attacco emicranico, non sono né preventive né curative della malattia. Dal momento che le terapie preventive utilizzate convenzionalmente non sono specifiche e spesso presentano effetti collaterali, sono stati ricercati nuovi approcci farmacologici. La scoperta del ruolo chiave del peptide correlato al gene della calcitonina (CGRP) nella fisiopatologia dell’emicrania, ha permesso di fare grandi passi avanti nello sviluppo di nuovi approcci per il trattamento acuto e preventivo. Questa evidenza ha portato allo sviluppo di piccole molecole antagoniste del recettore del CGRP (“gepanti”), che in seguito a modifiche della struttura per risolvere gli iniziali problemi di tossicità epatica, sono state approvate per la terapia sintomatica, e di anticorpi monoclonali indirizzati al CGRP o al suo recettore. Questi anticorpi monoclonali sono il primo trattamento specifico per la prevenzione dell’emicrania. Essi presentano buoni risultati di efficacia e buona tollerabilità. Inoltre, grazie alla lunga emivita, consentono regimi di trattamento ben accettati dal paziente, con una somministrazione ogni 4 o 12 settimane. Attualmente, quattro anticorpi monoclonali (mAbs), eptinezumab, fremanezumab, galcanezumab ed erenumab, sono stati studiati in trials clinici per il trattamento dell’emicrania episodica e cronica. Erenumab è stato recentemente approvato in Italia per l’uso clinico e continuano gli studi per valutare l’efficacia e la sicurezza a lungo termine di questi trattamenti innovativi. Il ruolo di queste nuove terapie specifiche rispetto ad altri trattamenti acuti e preventivi è ancora da determinare con esattezza, ma un numero crescente di prove ha dimostrato che gli approcci terapeutici mirati al CGRP rappresentano un grande progresso e trasformeranno la medicina dell’emicrania.
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Abstract
Secondo uno studio del Global Burden of Disease l’emicrania è il sesto disturbo più disabilitante e presenta sintomi neurologici estremamente invalidanti. L’emicrania rientra tra le cefalee primarie e si manifesta con attacchi della durata di 4-72 ore. Caratteristiche tipiche della malattia sono: localizzazione unilaterale, dolore pulsante, intensità media o forte, aggravamento con le attività fisiche di routine. Spesso è accompagnata da sintomi come nausea, vomito, fotofobia e fonofobia. Il trattamento acuto dell’emicrania può aiutare ad alleviare la sintomatologia, ma spesso i farmaci presentano effetti collaterali, come gli effetti cardiovascolari dei triptani, e molte controindicazioni. Inoltre, sebbene esistano diverse terapie efficaci nel trattamento del singolo attacco emicranico, non sono né preventive né curative della malattia. Dal momento che le terapie preventive utilizzate convenzionalmente non sono specifiche e spesso presentano effetti collaterali, sono stati ricercati nuovi approcci farmacologici. La scoperta del ruolo chiave del peptide correlato al gene della calcitonina (CGRP) nella fisiopatologia dell’emicrania, ha permesso di fare grandi passi avanti nello sviluppo di nuovi approcci per il trattamento acuto e preventivo. Questa evidenza ha portato allo sviluppo di piccole molecole antagoniste del recettore del CGRP (“gepanti”), che in seguito a modifiche della struttura per risolvere gli iniziali problemi di tossicità epatica, sono state approvate per la terapia sintomatica, e di anticorpi monoclonali indirizzati al CGRP o al suo recettore. Questi anticorpi monoclonali sono il primo trattamento specifico per la prevenzione dell’emicrania. Essi presentano buoni risultati di efficacia e buona tollerabilità. Inoltre, grazie alla lunga emivita, consentono regimi di trattamento ben accettati dal paziente, con una somministrazione ogni 4 o 12 settimane. Attualmente, quattro anticorpi monoclonali (mAbs), eptinezumab, fremanezumab, galcanezumab ed erenumab, sono stati studiati in trials clinici per il trattamento dell’emicrania episodica e cronica. Erenumab è stato recentemente approvato in Italia per l’uso clinico e continuano gli studi per valutare l’efficacia e la sicurezza a lungo termine di questi trattamenti innovativi. Il ruolo di queste nuove terapie specifiche rispetto ad altri trattamenti acuti e preventivi è ancora da determinare con esattezza, ma un numero crescente di prove ha dimostrato che gli approcci terapeutici mirati al CGRP rappresentano un grande progresso e trasformeranno la medicina dell’emicrania.
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