Riassunto analitico
L’obiettivo di questo studio è di utilizzare il tempo di deglutizione come parametro non invasivo per la valutazione dell’efficienza funzionale del complesso cranio-cervico-ioideo-mandibolare. In particolare, si è valutato se il tempo di deglutizione possa rappresentare un indicatore valido per distinguere tra soggetti sani e pazienti affetti da disordini temporomandibolari (TMDs), una condizione che influisce sulla funzionalità dell’articolazione temporomandibolare (ATM) e dei muscoli masticatori. Lo scopo del nostro lavoro è stato quello di identificare e stilare un protocollo per la misurazione dei tempi di deglutizione che sia semplice, che non richieda strumenti costosi o invasivi e che sia utilizzabile da qualsiasi operatore sanitario. Per raggiungere tale scopo, sono stati coinvolti due gruppi di partecipanti: un gruppo controllo, composto da soggetti sani senza segni e sintomi di TMDs, e un gruppo studio, formato da individui con diagnosi confermata di TMDs (basata su risonanza magnetica nucleare (RMN) dell’articolazione temporomandibolare). I partecipanti sono stati sottoposti a tre prove di deglutizione: la deglutizione di saliva, la deglutizione di 20 ml di acqua e la deglutizione di un biscotto Lotus Biscoff. In tutte le prove, i movimenti della cartilagine tiroidea e dell’osso ioide sono stati registrati tramite uno smartphone, utilizzando un marker triangolare applicato sulla zona interessata. I video registrati sono stati analizzati mediante il software di video editing Avidemux, che ha permesso un’analisi frame-by-frame dei movimenti registrati, in particolare per misurare il tempo trascorso tra l’inizio del sollevamento del marker e il ritorno alla posizione di partenza. Questa metodologia ha permesso di ottenere una misurazione precisa e ripetibile dei tempi di deglutizione in condizioni controllate, senza la necessità di interventi invasivi. I risultati ottenuti hanno evidenziato una differenza significativa tra i due gruppi: i pazienti con TMDs hanno mostrato tempi di deglutizione mediamente più lunghi rispetto ai soggetti sani in tutte e tre le prove. Questo dato apre la possibilità di utilizzare il tempo di deglutizione come parametro di screening per una valutazione preliminare della funzionalità del complesso cranio-cervico-ioideo-mandibolare. Il contributo principale di questa ricerca è l’introduzione di un metodo semplice, economico e non invasivo che può essere applicato facilmente nella pratica clinica, permettendo una valutazione preliminare dell’efficienza della deglutizione già durante la prima visita. L’auspicio è che, una volta validato e testato, possa diventare condiviso anche con altri professionisti che si interessano alla deglutizione come ad esempio logopedisti, neurologi ed otorinolaringoiatri. L’adozione di tale approccio potrebbe facilitare l’individuazione precoce di disfunzioni del complesso cranio-cervico-ioideo-mandibolare, consentendo un intervento tempestivo e un monitoraggio nel tempo.
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