Riassunto analitico
SARS-CoV-2 è un coronavirus di genere β. Un 75% del genoma codifica per due grandi poliproteine non strutturali adibite alla trascrizione/replicazione del virus, il restante 25% codifica per proteine strutturali: spike (S), envelope (E), nucleocapside (N) e membrana (M). La proteina S permette l’ingresso del virus all’interno della cellula ospite: si lega ai recettori ACE2 espressi sulla superfice delle cellule nel polmone, nelle arterie, nei reni e nell’intestino. In caso di infezione lieve la risposta immunitaria innata dell’ospite riesce a impedire l’eccessiva replicazione virale, senza alcun danno importante. In alcuni casi invece, il virus riesce a superare le prime difese dell’organismo provocando un’alterazione del sistema immunitario. Emerge uno squilibrio tra neutrofili, in numero elevano, e linfociti, diminuiti drasticamente. È inibita anche la produzione di IFN di tipo 1 e IFN α/β, fondamentali per una risposta immunitaria efficace. Non viene quindi inibita la replicazione virale e si innesca una massiccia produzione di macrofagi, monociti, granulociti. Queste cellule immunitarie che si accumulano nella sede dell’infezione producono citochine proinfiammatorie (IL-1β, IL-2, IL-7, IL-8, IL-9, IL-10, IL-17, G-CSF, GM-CSF, IFN-γ, TNF-α, IP10, MCP1, MIP1A e MIP1B) in quantità eccessiva, apportando lesioni infiammatorie all’apparato coinvolto. Questo processo è conosciuto come tempesta citochinica. Durante l’infezione da SARS-CoV-2 si verifica anche un aumento della produzione di ROS oltre che una disfunzione dei meccanismi antiossidanti. L’utilizzo di integratori e nutraceutici a base di principi attivi di origine naturale potrebbe quindi essere un valido aiuto al trattamento con farmaci antivirali e antinfiammatori di sintesi. Consultando le banche dati scientifiche, principalmente Scopus, PubMed e Google Scholar, ho raccolto 10 possibili candidati di origine naturale: Allium sativum L., Cannabis sativa L., Citrus sinensis L., Curcuma longa L., Vitamina D, Quercetina, Propoli, PEA, Lattoferrina, PUFA. Questi candidati sono interessanti per le loro attività antivirali, antinfiammatorie, immunostimolanti e antiossidanti. Anche il mercato farmaceutico durante l’anno della pandemia ha puntato molto sull’integrazione naturale per stimolare il sistema immunitario, uno dei pochi settori che non ha subito perdite rispetto all’anno precedente. L’ISS e l’ANSES hanno però delle riserve sull’utilizzo di tali sostanze per il trattamento della COVID-19, sottolineando che il prodotto naturale non è automaticamente privo di controindicazioni. A confermare la necessità di utilizzare con precauzione tali prodotti, vi è il fatto che mancano sufficienti studi clinici per la maggioranza delle sostanze esaminate.
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