Riassunto analitico
L’autismo e tutto l’universo di ricerche, metodi riabilitativi e servizi che intorno ad esso ruota è in continua evoluzione e, nonostante sia stata definita malattia del secolo a causa della sua alta incidenza a livello mondiale, spesso risulta sconosciuto a quanti non ne abbiano avuto esperienza diretta. Nel mio elaborato Autismo 2020 ho voluto fornire una fotografia dello stato dell’arte su questo tema la più aggiornata possibile e illustrare l’organizzazione dei servizi del territorio Reggiano, di cui anch’io sono operatrice, considerati un’eccellenza a livello nazionale. Nel primo capitolo ripercorro inizialmente la storia di questa patologia, dai primi studi di Leo Kanner del 1943 agli attuali criteri diagnostici contenuti nel DSM-V e nell’ICD-11. Lo studioso di Baltimora descriveva i soggetti da lui studiati come tendenti all’isolamento, autosufficienti e poco interessati all’ambito relazionale, alcuni sono descritti come muti o caratterizzati da ecolalia e come impauriti dai cambiamenti nell’ambiente, alcuni presentavano specifiche abilità molto sviluppate, isolate, accanto ad un ritardo generale. Oggi i manuali diagnostici ci parlano di sviluppo anormale o compromesso del linguaggio espressivo o recettivo, degli attaccamenti sociali e del gioco funzionale o simbolico. Seguendo naturalmente gli attuali criteri e riportando vari studi, fornisco allora un’analisi epidemiologica dello Spettro autistico. Il primo studio riguarda l’incidenza negli Stati Uniti d’America dove si registra un aumento del 123 % dei casi dal 2000 ad al 2012. Successivamente riporto uno studio pubblicato nel 2018 dal Parlamento Europeo dal titolo Autism Spectrum Disorders in Europe in cui sono stati esaminati 631.619 bambini di età compresa fra i 7 e i 9 anni appartenenti a 12 Stati europei che dimostra un’incidenza omogenea su suolo continentale pari a 12.2/1000 cioè 1 bambino affetto ogni 89 coetanei. Per quanto riguarda il territorio nazionale riporto lo studio dell’Istituto Stella Maris di Pisa che ha analizzato 10000 bambini italiani fra i 7 e i 9 anni fornendo una stima di incidenza parti a 1:100 nel 2018 e il dato pubblicato nel 2019 dal Ministero della salute che vede coinvolto nello Spettro 1 bambino ogni 77. Riporto poi altre ricerche sui possibili fattori di rischio. Il capitolo prosegue con una breve introduzione all’approccio riabilitativo comportamentale, ad oggi considerato l’unico poggiante su basi scientifiche, e concludo offrendo tre ricerche di cui due condotte negli Stati Uniti e una in Norvegia a sostegno di tale scuola di pensiero. Nel secondo capitolo illustro in maniera più dettagliata i capisaldi dell’approccio comportamentale applicato ad disturbo autistico. Nello specifico ne fornisco una definizione, descrivo i differenti setting di intervento, le tecniche per insegnare comportamenti adattivi (prompting, chaining, shaping e modeling) e per ridurre o eliminare quelli disadattivi (differential reinforcement of other bahavior, differential reinforcement of incompatible bahavior, differential reinforcement of alternative bahavior, extinction). Essendo l’approccio comportamentale quello indicato nelle Linea Guida dell'Istituto Superiore della Sanità n. 21, è su di esso che si sono sviluppati i servizi del territorio di Reggio Emilia. Nel terzo capitolo presento il Programma autismo dell’Azienda Unità Sanitaria Locale di Reggio Emilia, racconto la storia del Centro Autismo e il suo attuale modello clinico organizzativo e illustro i servizi da esso erogati. Infine, nel quarto capitolo, riporto tre studi di caso da me condotti su bambini con diagnosi di Autismo: uno riguardo la strutturazione dell’ambiente scolastico, uno sull’insorgenza del linguaggio verbale e l’ultimo sull’estinzione di un comportamento problema.
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