Riassunto analitico
BACKGROUND Il cancro al seno è il tumore più frequente e rappresenta la principale causa di morte oncologica tra le donne in tutto il mondo. Negli ultimi anni c’è un miglioramento in termini di prognosi. Grazie allo screening e alla maggior consapevolezza delle donne, la maggior parte dei tumori maligni mammari è diagnosticata in fase iniziale quando il trattamento chirurgico può essere più spesso conservativo e la terapia adottata più efficace permettendo di ottenere sopravvivenze a 5 anni molto elevate. L'infezione da Sars-CoV-2 si è drammaticamente diffusa in tutto il mondo dall'inizio del 2020. La criticità della situazione ha imposto la necessità di mettere in atto restrizioni straordinarie con l’obbiettivo di limitare la rapida diffusione del virus. Queste misure hanno cambiato la routine quotidiana e hanno dettato una riorganizzazione dell’intero sistema sanitario. Una diretta ripercussione è stata quella della temporanea sospensione dei programmi di screening del cancro al seno. A causa della rapida diffusione della pandemia di Covid-19 nei primi mesi del 2020, in particolare a Modena i servizi di screening mammografico sono stati temporaneamente interrotti dall'8 marzo. Il 15 maggio il servizio ha ripreso la sua corsa ma per altri due mesi ha operato a capacità ridotta.
SCOPO Lo scopo della mia review è proprio quello di ripercorrere le conseguenze della sospensione dello screening, di osservare l’impatto della pandemia covid-19 sul percorso diagnostico-terapeutico del carcinoma mammario in varie realtà del mondo.
METODO In questa review sono stati analizzati articoli dalla piattaforma Pubmed per il periodo da 01/2020 a 12/2021 per arrivare ad un quadro completo dell’insieme delle conseguenze determinate dal blocco dello screening mammografico. Le parole chiavi di ricerca sono state “breast cancer”, “impact”, “covid-19 pandemic”. A partire da un risultato di più di 300 articoli scientifici, in questo studio vengono selezionati inizialmente 7 articoli per poi passare a 3 definitivi. I criteri di selezione: gli articoli devono rispondere a quesiti come l’analisi delle caratteristiche biologiche, la classificazione TNM, il grading, la classificazione in stadi che ci aiutano a capire le conseguenze dell’interruzione dello screening sul tumore.
RISULTATI In tutti e tre gli studi osserviamo che non c’è nessuna differenza statisticamente significativa nella distribuzione delle caratteristiche biologiche tra i due periodi. Dei tre studi, solo Vanni et al riporta che durante il lockdown c’è stato una riduzione dell’incidenza dei tumori ben differenziati p=0,032. Dei tre studi, Toss A. et al riporta una diminuzione statisticamente significativa dei tumori Tis nel 2020 (17% vs. 6,8%, p=0,0021) e nello stesso tempo un aumento significativo dei cT4 (1,8% vs. 7,9%, p=0,0034). Due studi su tre hanno osservato un aumento del coinvolgimento dei linfonodi positivi alla diagnosi durante la pandemia, rispettivamente Vanni et al p=0,031 (17,3% vs. 21,3%) e Toss et al p=0,0034 (12,5% vs. 23,7%, aumento del +11,2%). Dei tre studi, solo Toss et al osserva una diminuzione dei casi di tumore in situ del -10,4% (con 17,2% vs.6,8%, p=0,0021) e, nello stesso tempo, un aumento statisticamente significativo del stadio III nel 2020 (2,2% vs.12,5%, p=0,0001).
CONCLUSIONI In questa analisi si evidenzia l'importanza di mantenere funzionali a piene capacità i programmi di screening del cancro al seno ed evitare ritardi nel trattamento oncologico. Un eventuale blocco dello screening mammografico potrebbe compromettere gli ottimi risultati raggiunti negli anni, a maggior ragione se il blocco si prolunga per tempi lunghi. Ciò potrebbe influire sulla stadiazione del cancro al seno, sulla prognosi, sulla terapia e in generale sulla qualità della vita delle donne.
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