Riassunto analitico
La nostra tesi si concentra sul tema del comportamento del consumatore relativamente alle strategie delle imprese in tema di reshoring. Il nostro obiettivo è quello di comprendere le reazioni dei consumatori riguardo a questo tema e in che modo le imprese devono comportarsi per soddisfare al meglio i bisogni dei consumatori. La tesi è composta da 4 capitoli più un capitolo finale con le conclusioni. Nel primo capitolo ci siamo concentrati sul tema dell’offshoring e in particolare sui motivi che hanno portato alla ribalta questo fenomeno e su quelli che ne stanno mettendo in discussione i presunti vantaggi. Qui abbiamo visto che per molti anni l’offshoring ha riscosso un grande successo in quanto permetteva alle aziende che ricorrevano a questa strategia di risparmiare sui costi di gestione e del personale ma soprattutto di servire in maniera più efficiente il cliente e di acquisire nuove competenze grazie alle relazioni istaurate con le imprese estere. Questi vantaggi negli ultimi anni però stanno venendo meno in quanto i differenziali di costo tra i paesi che de localizzavano e i paesi in via di sviluppo si stanno assottigliando sempre di più. Nel secondo capitolo la nostra attenzione si è spostata sul fenomeno del reshoring, focalizzandoci sulle motivazioni che hanno portato molte imprese, soprattutto italiane, ad adottare questa pratica. La principale motivazione per il reshoring è rappresentata dalla riduzione dei differenziali di costo di produzione tra le economie dei paesi più industrializzati e quelle dei paesi di destinazione delle precedenti politiche di offshoring. La seconda componente che permette significative riduzioni del costo dei prodotti da “rimpatriare” è quella relativa ai trasporti, divenuti particolarmente onerosi a seguito dell’incremento del prezzo del petrolio nonché di quello delle assicurazioni. La terza fonte di riduzione dei costi deriva dai risparmi relativi al finanziamento del capitale circolante, grazie all’abbattimento dei tempi di spedizione delle merci che verrebbero prodotte in patria. Nel terzo capitolo abbiamo affrontato il tema relativo alle reazioni dei consumatori verso le imprese che si affidano o meno al reshoring. Il nostro obiettivo era quello di capire se il comportamento del consumatore, in termini di passaparola positivo/negativo e di atteggiamento verso le imprese, poteva influenzare le decisioni strategiche delle aziende che intendevano delocalizzare. Abbiamo scoperto che effettivamente l’opinione pubblica è avversa all’offshoring a causa della perdita dei posti di lavoro domestici, la stagnazione dei salari, la diminuzione della crescita del PIL, l’incremento della povertà domestica e la minore importanza del ruolo del lavoratore. Tutto questo potrebbe portare ad un passaparola negativo da parte del consumatore o ad una decisone di questi ultimi di non acquistare prodotti dalle aziende che si affidano all’offshoring con azioni di boicottaggio. E infine veniamo ora alla parte empirica della nostra tesi, esposta nel quarto ed ultimo capitolo. La nostra ricerca si è basata sulla raccolta di alcuni questionari sottoposti ai consumatori italiani, ai quali venivano poste delle domande su tematiche riguardante le strategie di reshoring per capire le loro reazioni nei confronti di quelle aziende italiane che si affidano o meno a questa pratica. I risultati ottenuti ci dimostrano che il consumatore tende ad avere un atteggiamento più negativo nei confronti di quelle imprese che si affidano all’offshoring senza ritornare in patria. Questi risultati possono essere molto utili per le imprese italiane che nel passato hanno delocalizzato e adesso si chiedono se sia giusto o meno insistere in questa direzione. Grazie allo studio delle reazioni dei consumatori, queste aziende potranno in seguito sviluppare strategie efficienti per contrastare la rabbia legittima dei loro clienti.
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