Riassunto analitico
A partire da una rassegna sui cambiamenti sociali e culturali della famiglia e, di riflesso, sul passaggio da "patria potestà" a "responsabilità genitoriale" strettamente collegato alla visione di minore come persona titolare di diritti, non solo di doveri verso il pater familias, il presente elaborato evidenzia i cambiamenti che hanno segnato l'ordinamento internazionale e nazionale dal punto di vista del diritto di famiglia e del diritto minorile nella direzione della promozione della nozione di "superiore interesse del minore" (Convenzione sui diritti del fanciullo, New York, 1989). Questo concetto diventa fulcro non solo del diritto ma anche fine ultimo degli interventi sociali ed educativi, quali lo Spazio Neutro, che si collocano al crocevia tra giuridico, sociale e progetto pedagogico coinvolgendo una molteplicità di attori che si rivolgono alla famiglia, quindi al minore e ai suoi genitori, come soggetti attivi e partecipi del loro percorso di ricostruzione dei legami a seguito di eventi critici quali separazione o divorzio conflittuali o di provvedimenti penali e civili emanati dall'Autorità giudiziaria i quali si configurano come eventi trasformativi delle relazioni strutturanti la personalità del minore il quale benessere rappresenta la priorità per coloro che operano in ambito giuridico, sociale ed educativo-pedagogico. Il servizio di Spazio Neutro si propone come ponte tra un prima ed un dopo della famiglia che necessita di essere ricostruito dal punto di vista relazionale, come contenitore artificiale dal spaziale e temporale, non solo dal punto di vista fisico ma anche dal punto di vista mentale, pedagogicamente qualificato nella cura dei legami al fine di produrre scenari di cambiamento delle dinamiche relazionali mediante l’accompagnamento del minore e il supporto del genitore nell’acquisire modalità relazionali positive e fruibili anche all’esterno del setting pedagogico che si propone come dispositivo e cornice fondamentale per la progettazione dell’intervento che in questo elaborato viene approfondita nelle sue componenti, attingendo a fonti empiriche e bibliografiche recenti, dal punto di vista teorico-operativo e con una declinazione sul piano pratico-concreto facendo riferimento all’esperienza professionale presso la cooperativa sociale Kaleidoscopio (Provincia Autonoma di Trento) ed in riferimento alle Linee Guida approvate dalla Giunta Provinciale nel 2009. A tal proposito il presente elaborato riprende i riferimenti teorici recenti e li integra all’esperienza di supervisione e riflessione metodologica compiuta in èquipe relativamente alle diverse fasi dell’intervento (costruzione del compito, preparazione, accoglienza, svolgimento dell’incontro, fase di rielaborazione) le quali fanno parte di un setting specifico e co-costruito dall’èquipe multidisciplinare e con la famiglia e che si caratterizzano per un agire educativo pedagogicamente orientato e informato nella direzione di un’intenzionalità educativa e pedagogica che si esplica all’interno del progetto pedagogico del servizio e del lavoro sul caso, come emerge anche nell’analisi di caso presa ad esempio e tratta dall’esperienza professionale che si caratterizza per il costante dialogo e per la relazione dialettica tra teoria e prassi applicata sul campo dalle figure a valenza pedagogica quali l’educatore e il coordinatore. In questo elaborato viene approfondito da un punto di vista operativo e concreto il profilo di queste due figure, il loro ruolo e le loro specifiche competenze all’interno del progetto sociale e del progetto pedagogico facendo riferimento sia all’iter di co-progettazione e valutazione sia all’azione educativa sul campo quindi relativamente alle diverse fasi caratterizzanti l’intervento e agli elementi di dinamica relazionale che in esso si esplicano e richiedono di essere osservati ed assunti quali oggetti di lavoro educativo-pedagogico.
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