Riassunto analitico
Introduzione: Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), i tentativi di suicidio tra i detenuti hanno un’incidenza 10 volte maggiore rispetto alla popolazione generale, con tassi più alti tra i detenuti stranieri. L’obiettivo primario dello studio era indagare l’impatto del trauma migratorio sulle condotte autolesive/suicidarie (Suicide/Self Harm Behaviour, SSHB) in soggetti migranti entrati nel circuito penitenziario. Secondariamente, valutare se l’utilizzo di sostanze d’abuso antecedente alla carcerazione e altri fattori nosografici e anamnestici relativi alla comorbilità psichiatrica e a precedenti SSHB influenzano il rischio di SSHB.
Metodi: Studio prospettico di coorte, condotto nella casa circondariale “Sant’Anna” di Modena, tra febbraio 2017 e settembre 2019. Sono stati raccolti i dati riguardanti le caratteristiche sociodemografiche e nosografiche, relative alla comorbilità tossicologica, psichiatrica e precedenti SSHB. L’esperienza del trauma correlato al percorso migratorio è stata valutata con il test LiMEs (List of Migration Experiences). I partecipanti allo studio sono stati seguiti fino al verificarsi di SSHB o al termine dello studio. È stata eseguita un’analisi di sopravvivenza e sono stati calcolati gli Hazard Ratio secondo il modello di Cox, usati come misura di associazione tra variabile dipendente e outcome. Risultati: Tra i 112 soggetti arruolati (di cui 96% maschi, età media di 33 anni), la prevalenza di un qualsiasi tipo di disturbo psichiatrico era il 26%, mentre di abuso di sostanze 59%. Il 36% del campione aveva compiuto precedenti SSHB, nella comunità o durante precedenti carcerazioni. La durata media del periodo di osservazione è stata di 88 giorni e durante il follow-up si sono verificati 11 SSHB (3 dei quali sono stati tentativi di suicidio). La probabilità di sopravvivenza cumulativa alla fine dello studio è risultata dell’85%. Aver sperimentato traumi correlati a guerre/conflitti nella fase post-migratoria è risultato associato in maniera significativa al verificarsi degli SSHB (HR: 7.05). La presenza di comorbilità psichiatrica è risultata associata a SSHB (HR: 5.91). Questi risultati sono rimasti significativi dopo aver corretto per uso di sostanze, trattamento psicofarmacologico in atto e precedenti SSHB. Nessun SSHB si è verificato tra coloro che non facevano uso di sostanze. Conclusioni: I migranti detenuti che hanno sperimentato traumi legati e guerre/conflitti nel periodo post-migratorio presentano una probabilità 7 volte maggiore di commettere SSHB, in ogni giornata di detenzione. Ulteriori studi e possibili programmi di intervento dovrebbero concentrarsi sul valutare ed affrontare le difficoltà di vita post-migratorie, con l’obiettivo di fornire un tipo di supporto più adeguato ai detenuti esposti a maggiore rischio.
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