Riassunto analitico
Questo progetto è finalizzato allo studio archeometrico del vetro protostorico proveniente da diversi siti dell’Età del Bronzo e del Ferro del Sud Italia. Lo scopo è la definizione delle materie prime (vetrificanti, fondenti, coloranti, opacizzanti) e della tecnologia impiegata per la produzione di questi manufatti, in modo da seguirne l’evoluzione nel tempo. Ad oggi una grande quantità di dati archeologici e archeometrici relativi a vetri del nord Italia è disponibile in letteratura, al contrario solo pochi campioni provenienti dal sud Italia sono stati analizzati. Dunque questo progetto prende in esame 132 campioni di vetro provenienti da Pompei, Vivara, Murgia Timone, Broglio, Lipari, Roca Vecchia -siti datati dal Bronzo Antico (24° sec. a.C.) al Bronzo Finale (10° sec. a.C.) - e da Francavilla, Torre Galli, Cuma, Capua, Sarno e Amendolara –siti dell'Età del Ferro (10°-6° sec. a.C.). I frammenti di vetro prelevati sono stati inglobati in resina epossidica, lucidati con pasta diamantata ed analizzati tramite ESEM, EMPA e LA-ICPMS. L'analisi dettagliata degli elementi maggiori e minori ha permesso la distinzione di sei gruppi chimici. In particolare: vetri ad alcali misti, vetri al natron, vetri alle cenere di piante, vetri ad alto alluminio, vetri blu cobalto e vetri neri. L'analisi degli elementi in traccia mostra come le variazioni composizionali del set siano strettamente coerenti con il raggruppamento definito tramite la chimica dei maggiori e minori, consentendo inoltre ulteriori sotto-raggruppamenti. I vetri ad alcali misti sono stati prodotti con una sabbia povera di minerali pesanti. I vetri al natron sono divisi in due gruppi: uno ad alto Zr-Hf prodotto con una sabbia mineralogicamente matura, ricca di quarzo e zircone e relativamente impoverita in altri minerali pesanti; e uno basso Zr-Hf prodotto con una fonte di silice davvero pura, forse ciottoli di quarzo. Il vetro nero è stato prodotto con sabbia molto impura ricca di ossidi di ferro (ad esempio la magnetite), e minerali pesanti (zircone-Y; HREE-granato; monazite-LREE). Il vetro blu cobalto invece mostra una composizione che dipende dall’allume cobaltifero utilizzato come colorante. Il vetro HIGH-allumina mostra i più alti livelli di tutti gli elementi in traccia, suggerendo l'uso di una sorgente di sabbia estremamente impura, ricca di minerali di Fe, argilla e feldspati. I vetri alle ceneri di piante sono stati prodotti con una sorgente di quarzo puro, nel caso dei vetri ad alto cerio esso può suggerire l'uso di una fonte vetrificante diversa contenente una maggiore quantità di minerali arricchiti in terre rare leggere, come monazite. Riguardo l’evoluzione della tecnologia produttiva, si può osservare che per i materiali del Bronzo Antico-Medio è stata impiegata la tecnologia delle ceneri di piante. Questo dato era previsto in quanto la produzione del primo di vetro (in Mesopotamia) era di questo tipo. La presenza del vetro ad alcali misti in siti di Bronzo Finale è coerente con la sua produzione in Europa durante questo periodo. In particolare il sito di Frattesina è l'unico ad oggi riconosciuto per la produzione di vetro con questa particolare composizione. Dunque il vetro trovato nei siti di Bronzo Finale del Sud Italia, suggerisce l'interruzione degli scambi con il Vicino Oriente in questo periodo e l'importazione di vetro dal nord del paese. Infine si è osservata la presenza di vetro al natron (nero e blu cobalto) già nel periodo di transizione con l'Età del Ferro. Fino ad oggi la diffusione di questo tipo di vetro è stata attestata dal 8°-7° secolo a.C., ma i materiali qui analizzati dimostrato che una precoce diffusione, corrispondente alla prima produzione di vetro natron in Egitto nel 10°-9° sec. a.C., era già in atto
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Abstract
This project is focused on the archaeometrical study of protohistoric glass coming from several Bronze and Iron Age sites of Southern Italy. The aim of the project is the definition of the raw materials (vitrifying, fluxes, colorants, opacifiers) and of the technology employed for the production of these artifacts, in order to follow their evolution in time. A large amount of archaeological and archaeometrical data about glass of Northern Italy is available in literature, on the contrary only a few samples from Southern Italy have been analyzed up to now. Therefore my PhD thesis examines 132 glass samples coming from Pompei, Vivara, Murgia Timone, Broglio, Lipari, Roca Vecchia –sites dated from the Early Bronze Age (24th century BC) to the Final Bronze Age (10th century BC)- and from Francavilla Marittima, Torre Galli, Cuma, Capua, Sarno and Amendolara -pertain to the Iron Age (10th-6th century BC). This study was carried out with a multi-technique approach. The sampled material was embedded in epoxy resin and polished with diamond paste, to be analysed by ESEM, EMPA and LA-ICPMS. The detailed analysis of the major and minor compositions allowed the distinction of six different chemical groups. Specifically we can recognised: mixed alkali glass, natron glass, plant ash glass, high-alumina glass, cobalt blue glass and iron black glass. The trace elements analysis shows how the compositional variations of the sample set are strictly consistent with the grouping found with the major and minor element chemistry. MIXED ALKALI glass was produced with a sand poor in heavy minerals. The NATRON glass are split into two groups: High Zr-Hf produced with a mineralogically mature sand, rich in quartz and zircon and relatively depleted in other heavy minerals; and Low Zr-Hf produced with a really pure silica source, perhaps quartz pebbles. The IRON BLACK glass was produced with very impure sand rich in iron oxides (e.g. magnetite), and heavy minerals (zircon-Y,HREE-garnet, monazite-LREE). The COBALT BLUE glass instead shows a trace and REEs composition related to the cobaltiferous alum used as colourant. The HIGH-ALUMINA glass shows the highest levels of all trace elements, suggesting the use of a really impure sand source, rich in Fe-minerals, clay and feldspars. The PLANT ASH glass were produced with a pure quartz source, in the case of the High-Ce plant ash, the higher cerium can suggest the use of a different source containing a major amount of minerals enriched in LREEs, such as monazite. Taking into account the evolution of the technology employed for the glass production, we can observe that for the materials dated from the Early to the Middle Bronze Age the traditional PLANT ASH technology had been used. This was expected since the first production of glass, located in Mesopotamia, was of the plant ash glass type. The presence of MIXED ALKALI glass in Final Bronze Age sites of Southern Italy is consistent with its production in European Final Bronze Age. Specifically the site of Frattesina was the only one to produce glass with this peculiar composition. Therefore the glass found in the Final Bronze Age site of Southern Italy, suggests an interruption of trade with the Near East in this period and an importation of glass from the North of the country. Finally, at the transition with the Iron Age, the presence of NATRON glass(IRON BLACK and COBALT BLUE) is observed. To date the diffusion of this type of glass has been attested from the 8th-7th century BC, but the materials here analysed demonstrated that an early diffusion, corresponding to the first production of natron glass in Egypt in the 10th-9th cent. BC, was already present
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