Riassunto analitico
La frattura di femore è uno degli eventi di maggior impatto nella popolazione anziana. Essa rappresenta e rappresenterà una sfida per i sistemi sanitari di tutto il mondo. La maggior parte delle fratture nell’anziano sono secondarie a cadute, e i fattori di rischio sono molteplici (farmaci, ipotensione, malattie neurologiche, ecc…). La frattura di femore ha un altissimo tasso di mortalità nella popolazione geriatrica, ed è frequente causa di disabilità. In questo studio si è cercata una relazione tra la frattura di femore e lo sviluppo di sintomi depressivi. Sono stati reclutati i pazienti del reparto di Ortogeriatria dell’Ospedale Civile di Baggiovara. Tra questi sono stati selezionati coloro i quali avevano un punteggio SPMSQ≤4, che sarebbero stati in grado di rispondere attendibilmente al questionario GDS. Sono stati analizzati i dati anamnestici (tra i quali terapia domiciliare e patologie pregresse) e clinici (esami bioumorali, diagnostica per immagini, ecc…). Successivamente si è presa in considerazione la Valutazione MultiDimensionale, effettuata all’ingresso in reparto. Ai pazienti è stato poi somministrato il questionario GDS per valutare la presenza di sintomi depressivi. Infine, a distanza di sei mesi, i pazienti sono stati ricontattati per una rivalutazione generale e della GDS. I dati raccolti hanno mostrato, al ricovero, una correlazione con l’età del paziente, con il grado di comorbilità, con la mancanza di autonomia e con le difficoltà di movimento prericovero. Non è stata, invece, trovata una correlazione significativa con le patologie prese in esame, né con la terapia domiciliare. Al follow up il 35,7% dei pazienti è deceduto. Nei restanti pazienti si perde la correlazione con l’età, ma si mantiene la significatività della comorbilità e della capacità di camminare. Si trova, inoltre, una correlazione con la presenza di dolore. In conclusione, si può affermare che il paziente fratturato di femore sia un malato complesso, da seguire con un approccio biopsicosociale e non solamente clinico. Nella corretta gestione, intervengono varie figure sanitarie, mediche e non, ospedaliere e territoriali. Ulteriori studi potrebbero valutare anche l’impatto che l’ambiente di vita ha sulla presenza di sintomi depressivi nell’anziano.
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