Riassunto analitico
ABSTRACT
Introduzione
Attualmente il Linfoma di Hodgkin è considerato uno dei tumori più curabili tra le malattie oncoematologiche. Tuttavia, non siamo ancora in grado di indentificare una piccola percentuale di pazienti che andranno incontro ad una recidiva di malattia (15%)194 nonostante la risposta completa ai trattamenti. I più recenti studi si stanno focalizzando sulla ricerca di nuovi fattori prognostici basati su moderne metriche quantitative ottenute dalle scansioni PET. Nel studio è stata eseguita un’indagine retrospettiva, volta a valutare il ruolo prognostico del parametro radiomico Dmax, ovvero la massima distanza tra due lesioni tumorali, che rappresenta un indice di disseminazione tumorale. Le informazioni acquisite durante lo studio sono state ricavate dall’analisi delle immagini PET in una popolazione costituita da pazienti affetti da Linfoma di Hodgkin classico (cHL).
Metodi e pazienti
All’interno del nostro studio sono stati inclusi pazienti diagnosticati con cHL nel periodo temporale compreso fra il 2007 ed il 2020. I pazienti selezionati dovevano rispettare specifici criteri: dovevano essere stati sottoposti ad un trattamento classico con schema ABVD, dovevano avere la disponibilità di una PET pre-terapia e dovevano presentare almeno due localizzazioni patologiche avide di F18 - fluorodesossiglucosio (F18-FDG). La metrica Dmax è stata calcolata individuando le coordinate tridimensionali del volume metabolico tumorale (MTV) pre-trattamento. Successivamente è stata valutata l’influenza di tale parametro sulla sopravvivenza libera dalla progressione della malattia (PFS) al tempo della diagnosi e nel sottogruppo in cui la iPET era negativa. Per condurre lo studio è stato individuato il cut-off fondamentale di Dmax a 20 cm.
Risultati
Sono stati selezionati 155 pazienti. Dmax è risultato statisticamente significativo in tutte le indagini eseguite, risultando variabile indipendentemente associata a PFS nell’analisi multivariata per tutti i pazienti (HR= 2.70, 95% CI 1.10–6.63, p= 0.030) e per quelli con risposta metabolica precoce (HR=4.98, IC 95% 1.64-15,16; p= 0.005). I risultati ottenuti hanno permesso di osservare che nei pazienti con iPET negativa, un valore di Dmax basso risulta associato con una PFS a 4 anni del 90%, significativamente migliore rispetto ad un valore di Dmax elevato, in cui la PFS a 4 anni è del 72.4%.
Conclusione
In conclusione, i risultati di questo studio supportano la possibilità di utilizzare Dmax, che rappresenta la disseminazione tumorale, come un nuovo fattore prognostico valido per i pazienti con cHL trattati con lo schema ABVD, in particolare per stratificare ulteriormente i pazienti che hanno ottenuto una risposta metabolica completa.
Parole chiave: cHL, Disseminazione tumorale, Dmax, 18F FDG-PET, ABVD, iPET
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