Riassunto analitico
ABSTRACT Background In Italia, durante la seconda ondata di pandemia, una delle strategie organizzative stabilite dal Sistema Sanitario Nazionale italiano, è stata l’implementazione delle Unità Speciali di Continuità Assistenziale (USCA). In provincia di Ravenna i giovani medici delle USCA erano in prima linea per i pazienti anziani Covid che vivono nelle CRA. Data l'elevata fragilità di questa popolazione e la complessità della situazione, l'Unità di Cure Palliative di Ravenna ha deciso di dare un supporto specialistico a questi colleghi in termini di controllo dei sintomi, capacità comunicative e relazionale. In questo contesto, ci si è concentrati su questi giovani medici all'inizio della loro carriera per comprendere la struttura essenziale della loro esperienza vissuta.
Disegno dello studio È stato condotto uno studio descrittivo qualitativo utilizzando un approccio fenomenologico (Colaizzi, 1978) per rispondere alla seguente domanda di ricerca: "Qual è l'esperienza vissuta dei giovani medici che hanno lavorato in una casa di cura durante il periodo della pandemia?"
Metodo Sono state condotte interviste in profondità con dieci giovani medici sulla loro esperienza lavorativa nelle CRA durante la seconda ondata di pandemia di COVID-19 in Italia. Le interviste sono state audio-registrate e successivamente trascritte Verbatim. Le trascrizioni sono state analizzate seguendo i sei passaggi descritti da Colaizzi, utilizzando il software NVivo 12.
Risultati L’analisi ha evidenziato che l’esperienza dei partecipanti si è basata su quattro temi principali : ridurre le distanze, non fare la differenza perché impreparati, imparare a stare con la morte perché supportati , umanizzare la relazione di cura quando diventa reale. La pandemia è diventata un’occasione per riflettere sul ruolo professionale e sulle relative competenze acquisite durante l’università, favorendo la crescita umana e professionale.
Conclusioni L’integrazione tra gli specialisti in cure palliative e i giovani medici entrati prematuramente nel mondo del lavoro in epoca pandemica ha definito un passaggio verso un approccio proattivo e creativo, attraverso una nuova consapevolezza del ruolo professionale e personale e nella relazione medico-paziente.
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Abstract
ABSTRACT
Background
In Italy, during the second wave of pandemic, one of the organisational strategies established by the Italian National Health System was the Special Continuity of Care Units (SCCUs).
In the province of Ravenna young physicians of SCCUs were on the frontline for elderly Covid patients living in Care Homes. Given the high frailty of these population and the complexity of the situation, the Palliative Care Unit of Ravenna decided to give specialistic support to these colleagues in terms of symptom control, communication and staffing skills.
In this context, we focused on these doctors at the beginning of their careers to comprehend the essential structure of their lived experience.
Design
We conducted a descriptive qualitative study employing a phenomenological approach to answer the following research question: "What is the lived experience of young doctors who worked in a care home during the pandemic period?"
Methods
In-depth interviews were conducted with ten young doctors about their work experience in CMs during the Italian second pandemic wave. The interviews were audio-recorded and immediately transcribed verbatim. Transcriptions were analysed following the six steps described by Colaizzi, employing NVivo 12 Software.
Findings
Our analysis pointed out that our participants’ experience was based on four main themes (reducing distances, not making a difference because unprepared, learning to be with death because supported, humanising the care relationship when it becomes real). Pandemic became the opportunity to reflect on professional role and related skills acquired during university, enhancing both human and professional growth.
Conclusions
Integration between Palliative Care specialists and young doctors with early enter in workforce during pandemic in CH set out a “shift” to a proactive and creative approach, through a new awareness on professional and personal role in doctor-patient relation.
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