Riassunto analitico
La Public History rappresenta un nuovo modo d’intendere e raccontare la storia. Nel corso degli anni gli storici si sono spesso rinchiusi all’interno dell’ambiente accademico promuovendo e pubblicando una storia prevalentemente per un pubblico specialistico. Il vuoto lasciato dall’assenza della figura dello storico nel dibattito pubblico è stato colmato da altre figure professionali che hanno contribuito, più o meno consapevolmente, ad una strumentalizzazione o ad una banalizzazione della storia. La nuova figura del public historian in questo contesto deve, attraverso un’approfondita conoscenza dei nuovi metodi di comunicazione come ad esempio i social, riconquistare un ruolo sociale per lo storico. In questa ricerca viene studiato il caso di Progetto Predappio che presenta aspetti e peculiarità che si inseriscono in un contesto molto più ampio che non riguarda soltanto l’Italia ma tutti i paesi occidentali. Con la continua a veloce affermazione di un nuovo nazionalismo di destra, i gruppi neofascisti di molti paesi occidentali hanno trovato nei social un valido strumento di coesione e di diffusione delle proprie idee. Per questo motivo la proposta di un Centro di Documentazione e Ricerca sul Ventennio fascista a Predappio potrebbe rappresentare un’occasione per gli storici, e le istituzioni, di offrire al pubblico interessato una nuova ed inedita narrazione di un luogo simbolico. Figura chiave di questo processo dovrebbe essere il public historian che con l’ausilio dei nuovi metodi di comunicazione propone risposte storiche alle domande del grande pubblico promuovendo una conoscenza storica critica e consapevole per una cittadinanza migliore.
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Abstract
La Public History rappresenta un nuovo modo d’intendere e raccontare la storia. Nel corso degli anni gli storici si sono spesso rinchiusi all’interno dell’ambiente accademico promuovendo e pubblicando una storia prevalentemente per un pubblico specialistico. Il vuoto lasciato dall’assenza della figura dello storico nel dibattito pubblico è stato colmato da altre figure professionali che hanno contribuito, più o meno consapevolmente, ad una strumentalizzazione o ad una banalizzazione della storia. La nuova figura del public historian in questo contesto deve, attraverso un’approfondita conoscenza dei nuovi metodi di comunicazione come ad esempio i social, riconquistare un ruolo sociale per lo storico. In questa ricerca viene studiato il caso di Progetto Predappio che presenta aspetti e peculiarità che si inseriscono in un contesto molto più ampio che non riguarda soltanto l’Italia ma tutti i paesi occidentali. Con la continua a veloce affermazione di un nuovo nazionalismo di destra, i gruppi neofascisti di molti paesi occidentali hanno trovato nei social un valido strumento di coesione e di diffusione delle proprie idee. Per questo motivo la proposta di un Centro di Documentazione e Ricerca sul Ventennio fascista a Predappio potrebbe rappresentare un’occasione per gli storici, e le istituzioni, di offrire al pubblico interessato una nuova ed inedita narrazione di un luogo simbolico. Figura chiave di questo processo dovrebbe essere il public historian che con l’ausilio dei nuovi metodi di comunicazione propone risposte storiche alle domande del grande pubblico promuovendo una conoscenza storica critica e consapevole per una cittadinanza migliore.
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