Riassunto analitico
Partendo dalla più generale definizione di sistema finanziario e di efficienza a cui esso tende, questo scritto esamina le distorsioni che si possono generare a causa del fenomeno dello short-termism, il quale può condurre ad una non sempre perfetta efficienza allocativa e ostacolando lo sviluppo economico-sociale di un paese. Il primo contributo offerto dalla tesi è quello di fornire un’aggiornata revisione delle ricerche teoriche ed empiriche sullo short termism, trattandolo nel modo più completo possibile. La tesi definisce il problema e in seguito lo scompone in 4 filoni principali: 1) regolamentazione; 2) corporate governance; 3) investitori; 4) analisti. Per ognuna di queste sezioni viene dissertato l’impatto che lo short-termism ha sulle imprese, in particolare sulle politiche contabili e le politiche finanziarie aziendali. Il secondo contributo consiste nell’introduzione del problema dello short-termism in Italia, collegandosi alla morfologia del sistema finanziario e alle tipologie di assetti proprietari diffusi nel paese. Questi vengono raffrontati con il sistema anglosassone, dove il fenomeno short-termism è stato riconosciuto e investigato, ma che per molti tratti si differenzia da quello italiano. In seguito, svolgendo un’analisi fondata su 5 indicatori “sintomi” di short-termism, si provvede a suddividere le società quotate italiane in due sottocampioni: quello delle società la cui visione e pianificazione strategica è più focalizzata al breve termine e quelle più orientate al medio-lungo periodo. I due gruppi sono analizzati e poi confrontati sotto l’aspetto delle performance operative e della creazione di valore. In ultima analisi si studia il link tra assetti proprietari e short-termism, evidenziando le differenze in termini di investimenti e valutazione implicita di mercato.
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