Riassunto analitico
La Tesi si propone di analizzare la tematica dell’ADR (acronimo inglese di Alternative Dispute Resolution) in Italia in seguito al recepimento nell’ordinamento nazionale della Direttiva europea in materia di risoluzione extragiudiziale delle controversie, con particolare riguardo al comparto bancario e finanziario. Si introducono quindi, inizialmente, le principali fonti normative di riferimento, sia a livello comunitario che italiano. Viene presentato, in seguito, il processo di risoluzione stragiudiziale delle controversie nel suo complesso, il quale si compone di particolari meccanismi risolutivi (la mediazione, la conciliazione, l’arbitrato) e di determinati organismi. Tra questi vengono menzionati l’ACF (l’Arbitro per le Controversie Finanziarie), il Conciliatore BancarioFinanziario e la Piattaforma ODR (Online Dispute Regulation). Maggiore spazio e attenzione vengono dedicati, invece, all’Arbitro Bancario Finanziario (ABF), il quale rappresenta il soggetto principale del successivo sviluppo del lavoro di Tesi. Dopo averne brevemente richiamato la storia e la normativa, si presentano dunque le caratteristiche specifiche dell’Arbitro, il suo funzionamento e le finalità di vigilanza insite nella sua operatività. L’ABF agisce, infatti, sotto la supervisione della Banca d’Italia, la quale riceve così in maniera diretta importanti feedback dai mercati bancari e finanziari. Terminata questa prima sezione introduttiva, la Tesi affronta ora la sua parte “numerica”: vengono analizzati nel dettaglio i dati relativi ai Reclami rivolti dalla clientela agli intermediari finanziari nel settore del Credito al Consumo e, successivamente, i dati relativi ai Ricorsi presentati dinanzi all’Arbitro Bancario Finanziario (Evoluzione numerica del fenomeno e caratteristiche dei Clienti, degli Esiti e degli Intermediari). Il procedimento di Ricorso ABF, difatti, prevede che sia inviato preventivamente un Reclamo da parte del ricorrente all’intermediario in questione e solo successivamente – qualora la richiesta fosse respinta o in assenza di una risposta entro i termini previsti dalla legge – il cliente potrà rivolgersi all’Arbitro. Al termine di questa Sezione, infine, viene dedicato un paragrafo anche a quei Ricorsi che – fallito il tentativo di risoluzione al di fuori della giustizia cosiddetta “tradizionale” – vengono sottoposti al giudice “ordinario”. Questo è molto importante dal punto di vista dell’ordinamento legislativo in quanto conferma le ipotesi iniziali secondo cui questi metodi di risoluzione “alternativa” delle dispute insorte tra cliente e intermediario finanziario siano molto utili ed efficaci se assolvono alla loro funzione di supporto (e snellimento) dell’apparato giudiziario ordinario e non, viceversa, se vi si sostituiscono completamente. Il processo extra-giudiziale, quindi, fornisce una valida alternativa (sia a livello di costi che di tempistiche) rispetto al procedimento giudiziario tradizionale ma non può pregiudicare in alcun modo – come ribadito nella normativa europea – la possibilità per il cliente di rivolgersi a un giudice “effettivo”: le pronunce dell’Arbitro, infatti, non sono sentenze esecutive bensì forniscono una mera decisione sul merito della questione e ne propongono una soluzione (l’unico strumento ‘deterrente’ per favorire il rispetto di quanto espresso è rappresentato dalla pubblicazione degli intermediari inadempienti). I dati relativi al fenomeno ABF – in costante aumento – sembrerebbero confermare, quindi, l’utilità di questo strumento come garante di un elevato livello di tutela del consumatore: ciò dovrebbe contribuire, di conseguenza, a (ri)ottenere la fiducia della clientela e, in ultimo, a favorire il corretto funzionamento del mercato interno, secondo l’intento del Legislatore europeo.
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