Riassunto analitico
In questo nuovo contesto demografico caratterizzato da un aumento della popolazione di anziani, sta emergendo una nuova prevalenza di patologie. Tra queste, la fibrillazione atriale (aritmia sopraventricolare caratterizzata da un’attivazione elettrica atriale disorganizzata e da una contrazione atriale caotica) è la malattia cardiaca aritmica che si incontra con maggiore frequenza nella pratica clinica e la sua prevalenza è in continuo aumento principalmente nella popolazione anziana. E’ questa crescente prevalenza il principale motivo che ci ha spinto all’analisi dei pazienti affetti da FA presso l’ambulatorio cardiogeriatrico del Nuovo Ospedale civile a Baggiovara. Le persone anziane sono solitamente le più affette in quanto oltre al fisiologico invecchiamento dell’apparato cardiocircolatorio, giocano un ruolo importante alla genesi di tale aritmia copatologie molto spesso concomitanti nel paziente geriatrico. Nonostante i buoni progressi nella gestione dei pazienti con FA, questa patologia rimane una delle principali cause di ictus, insufficienza cardiaca, morte improvvisa e morbilità cardiovascolare. A prescindere dalla classificazione della FA (parossistica, persistente, permanente), l'ictus ischemico è la manifestazione clinica più frequente dell'embolizzazione associata alla fibrillazione. L’incidenza di tale complicanza è circa 5 volte maggiore rispetto ai pazienti non fibrillanti. Il rischio aumenta con l'aumentare dell'età passando dal 4.6% nei pazienti tra i 50 e i 59 anni fino al 20.2% in quelli tra gli 80-89 anni. La terapia con anticoagulanti orali (OAC) può prevenire la maggior parte di queste complicanze e può prolungare la vita. Nonostante le numerose evidenze, l’utilizzo degli OAC è ancora limitato nel paziente anziano e la cessazione anticipata di tale terapia è comune. Di tutta la popolazione eleggibile per la terapia anticoagulante, solo il 30-60% riceve tale trattamento. Dietro a questo 'under-treatment' nel paziente geriatrico la decisione del medico gioca sicuramente un ruolo centrale e, in quasi la metà dei casi, la terapia con warfarin viene interrotta\non somministrata per sua scelta. Questa decisione spesso viene dettata dalle preoccupazioni per la sicurezza del paziente, che includono specificamente fragilità dello stesso e il suo rischio di caduta, l'alto rischio di sanguinamento, l'ospedalizzazione per emorragia. Risulta importante anche in questo senso la preoccupazione del medico per una scarsa aderenza al trattamento da parte del malato. Lo scopo del nostro studio è quello di valutare le caratteristiche cliniche del paziente anziano in terapia anticoagulante paragonando quello che è l’utilizzo della terapia di tromboprofilassi rispetto a dati anagrafici, parametri vitali, patologie concomitanti, utilizzo di altri farmaci, rischio di caduta e prove di performance fisiche nel paziente geriatrico.
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