Riassunto analitico
L’industria dell’asset management svolge un funzione economica fondamentale, indirizzando i risparmi verso le attività produttive per mezzo degli investimenti; inoltre il modello di intermediazione impiegato garantisce l’accesso diretto ai mercati finanziari anche ai piccoli investitori, nella veste di clienti retail. Il settore presenta una struttura molto complessa in cui agiscono numerose tipologie di investitori, ognuna delle quali caratterizzata da specifici target di mercato, differenti gradi di liquidità e opportuni profili di rischio-rendimento. I clienti principali di questo mercato, per volumi di denaro amministrati, sono indubbiamente gli investitori istituzionali; tale categoria comprende le banche, le assicurazioni, i fondi pensione e, in generale, qualunque intermediario che effettui investimenti professionalmente attraverso la gestione di ingenti risorse finanziarie proprie o affidategli. Il denaro amministrato da questi soggetti viene quindi indirizzato verso gli asset managers, come i gestori dei fondi d’investimento; questi ultimi, grazie alla professionalità e alle competenze possedute, effettuano le scelte di asset allocation e securities selection, gestendo attivamente il patrimonio secondo gli obiettivi prefissati. Gli investitori istituzionali rappresentano quindi una fonte di finanziamento alternativa rispetto al canale bancario, a cui tradizionalmente si rivolgono le imprese europee. Il sistema finanziario europeo è infatti caratterizzato dal ruolo centrale coperto dagli intermediari bancari nella concessione del credito alle imprese; queste ultime risultano quindi esposte a una contrazione del credito, come accaduto a seguito della crisi finanziaria, aumentando la loro vulnerabilità in situazioni di stress. La dipendenza dal sistema bancario è dovuta ad una serie di fattori strutturali dell’economia europea e viene esacerbata dagli ostacoli burocratici-procedurali presenti sulla strada che conduce all’accesso al mercato dei capitali. Tali difficoltà sono particolarmente rilevanti per le PMI, e trovano riscontro nel fatto che più del 75% dei finanziamenti esterni di tali imprese è costituito da prestiti bancari. Il quadro delineato evidenzia la necessità di interventi sia sul lato della domanda, sia sul lato dell’offerta; infatti le imprese, in particolare le PMI, hanno bisogno di finanziamenti a lungo termine per programmare ed effettuare investimenti di lungo periodo. Questa tipologia di finanziamento è necessaria lungo tutto il ciclo di vita di un’impresa, garantendo la stabilità delle risorse finanziarie durante le transazioni da una fase all’altra. Gli investimenti così generati costituiscono un impulso importante alla crescita economica e alla creazione di posti di lavoro, offrendo per di più dei rendimenti maggiori agli investitori coinvolti. Lo scopo di questo lavoro è di indagare, tenendo conto dei cambiamenti recenti e in divenire dovuti alla mutevole regolamentazione europea, il contributo che gli investitori istituzionali possono fornire alle imprese in relazione alle loro scelte di investimento. Il primo capitolo è dedicato alle imprese non finanziarie, delle quali si osservano i canali di finanziamento volti a soddisfare il fabbisogno finanziario. Nel secondo capitolo il focus viene spostato sugli operatori dell’industria dell’asset management; per ogni categoria di investitore istituzionale vengono analizzate le caratteristiche peculiari, evidenziando la composizione dell’attivo, il contributo al finanziamento delle imprese non finanziarie (NFC) e le prospettive di regolamentazione all’interno dell’UMC. Il terzo capitolo illustra le principali azioni Europee in atto aventi ad oggetto il supporto alle imprese e l’agevolazione degli investimenti, con un focus più dettagliato sulle iniziative riguardanti la costruzione della UMC. Nel quarto capitolo vengono esposte le riflessioni conclusive scaturite dall’analisi effettuata.
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