Riassunto analitico
Dal fallimento delle cosiddette "Primavere Arabe" sono in arrivo profughi dal Magreb e dal Sahel, ma l'acuirsi della Guerra in Iraq, in Afghanistan, in Siria, sino a lambire il territorio della Turchia, sono ormai milioni le persone che vorrebbero fuggire dai bombardamenti e dalla sanguinaria violenza di Dae'sh e di alcune formazioni Jihadiste, visto l'ingresso in campo bellico anche della Russia. Gli ultimi cospicui flussi migratori nei territori dei 28 Paesi Membri dell'Unione Europea, rischiano dunque di trasformarsi da opportunità in una minaccia per la stabilità dell'intera UE. Si cerca una risposta giuridica che sia rispettosa delle reali possibilità di integrazione e del quadro normativo attualmente in vigore alla luce dei Trattati Internazionali e del diritto dell'Unione Europea. Partendo dalla Convenzione di Ginevra e dalla Carta dei Diritti dell'Uomo adottata all'ONU si ricercano i fondamenti giuridici del Diritto Internazionale in materia di immigrazione. Viene riconosciuto il grande sforzo impiegato dall'UNHCR. Il Trattato di Schengen del 1985 ed i successivi tre Trattati di Dublino sulle regole vigenti nei Paesi Membri UE con cui si sono regolati i flussi immigratori negli ultimi 30 anni, non sembrano più adeguati alla situazione emergente. Attenzione sarà rivolta, in particolare, alla c.d. “Agenda Juncker” sull'Immigrazione analizzando i motivi per i quali sembra essersi momentaneamente arenata. L'Agenzia Frontex della UE, in particolare, non è più in grado di controllare e contenere la notevole massa migratoria alle frontiere esterne dell'Unione Europea, mentre alcuni Paesi Membri litigano tra loro sulla richiusura delle vecchie frontiere Nazionali, o innalzando nuovi muri. L'insufficiente finanziamento messo a disposizione dai Paesi Membri UE rende ancora più precaria la situazione. Si cerca di individuare nuove possibili politiche realisticamente attuabili dall'UE. Tuttavia, forse, solo un nuovo spirito di Rinascimento Continentale, ritornando allo spirito collaborativo del Manifesto di Ventotene, oggi basato realmente su criteri di collaborazione e di vera cooperazione fra Paesi Membri, potrebbe forse salvare le conquiste che a piccoli passi l'Unione Europea ha fatto dal Trattato di Roma del 1957 ai nostri giorni.
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