Riassunto analitico
Background Gli attacchi ischemici cerebrali transitori (TIA) si manifestano in circa un terzo dei soggetti che in seguito presentano un ictus ischemico definitivo e rappresentano perciò un importante fattore d’individuazione dei soggetti a rischio di malattia cerebrovascolare ischemica.
L’incidenza è soprattutto più elevata dopo i sessantacinque anni di età. La mancanza di dati certi sull’incidenza è dovuta in parte al fatto che il paziente sottovaluta alcuni sintomi neurologici transitori determinando una mancata attenzione da parte dei medici; d’altra parte al fatto che il riconoscimento, la diagnosi e il trattamento da parte dei medici del TIA è molto variabile. Alcune caratteristiche cliniche dei pazienti e dei TIA o degli Score, pubblicati recentemente, come l’ABCD score, possono essere utili per individuare quei pazienti più a rischio d’ictus entro i primi sette giorni e in particolare entro le prime quarantotto ore. Molti pazienti con sospetto TIA si presentano al Dipartimento di Emergenza asintomatici e raramente richiedono trattamenti urgenti, richiedono però un rapido inquadramento diagnostico per impedire la recidiva del TIA.
L’Osservazione Breve Intensiva offre la possibilità di monitorare questi pazienti nelle prime 24-48 ore dal TIA e nello stesso tempo ci permette di effettuare i primi accertamenti diagnostici con lo scopo di individuare quei pazienti ad elevato rischio a breve termine di ictus maggiore.
Metodi Ambito: Pronto Soccorso di secondo livello. Periodo di arruolamento: Gennaio 2011-Aprile 2014. I pazienti sono stati arruolati e sottoposti a follow-up ogni 3, 6, 12, 24 mesi. Ogni paziente (> 18 anni) è stato valutato dal neurologo e medico di Pronto Soccorso secondo il Protocollo TIA. Tutti i dati sono stati registrati in una banca dati.
Variabili demografiche considerate: • Età • Sesso
Principali fattori di rischio considerati e terapie: • Ipertensione arteriosa • Ipercolesterolemia • Diabete mellito I, II • Fumo/alcol • Precedenti TIA/stroke • Precedenti IMA/Fibrillazione atriale • Familiarità per patologie cardio-cerebrovascolari
Materiali: • ACBD2 score • Tempo • Sintomi
Risultati Lo studio dal 2007 al 2014 ha indagato 604 pazienti con segni/sintomi di TIA: 266 donne e 338 uomini dell’età media di 75 anni. L’hazard ratio (95% CI) per gli episodi di recidiva per i vari anni risultano essere: • 2011 = 0.23 (0.11; 0.47) • 2012 = 0.21 (0.11; 0.40) • 2013 = 0.46 (0.25; 0.83) • 2014 = 0.75 (0.35; 1.62)
Conclusioni La gestione precoce del TIA è consigliato in tutte le linee guida. Non vi è ancora evidenza sul percorso di cura migliore. Il trattamento del TIA può essere svolto in stroke unit o in pronto soccorso. Sono necessarie ulteriori ricerche per migliorare diagnosi e prognosi di TIA, utilizzano tecniche di imaging e biomarcatori ematici. In questo studio è stato proposto un modello adattato alla nostra realtà sanitaria. Un rapido trattamento del TIA all’interno del dipartimento di emergenza è efficace nella riduzione del tasso di recidiva, ma richiede una buona organizzazione. La stratificazione del rischio e la gestione in cure secondarie possono essere migliorate dall’incorporazione delle tecniche d’imaging (es. TCCD, ecocardiografia) alla diagnostica già esistente.
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