Riassunto analitico
La demografia globale attuale è caratterizzata dall’aumento dell’aspettativa di vita in concomitanza al calo del tasso di natalità (Lutz et al., 2008; Mathers et al., 2015; Vos et al., 2017). Questo ha come ripercussioni sia l’esigenza di maggiori prestazioni sanitarie da parte della popolazione sempre più anziana, sia l’invecchiamento e la riduzione della forza lavoro con ospedali e territori che si trovano a dover affrontare un calo dell’offerta di personale (Steven Simoens et al., 2005). A causa di tali fattori e dell’impatto della pandemia COVID-19, secondo l’International Council of Nurses (2021), la mancanza di infermieri potrebbe ammontare a 13 milioni. Per risolvere tale problema vengono assunti sempre più professionisti sanitari dall'estero (Li et al., 2014): attualmente un infermiere su otto lavora presso un Paese diverso da quello in cui è nato o in cui ha studiato (World Health Organization, 2024). Gli infermieri con formazione internazionale devono affrontare un percorso specifico per ottenere la registrazione nel Paese di destinazione della migrazione e una transizione efficace è fondamentale perché il mancato adattamento o una preparazione professionale inadeguata possono compromettere la sicurezza dei pazienti (Tregunno et al., 2009). Lo scopo dello studio è di esplorare le esperienze di infermieri formati all’estero mentre ottengono la ricertificazione del titolo professionale, transitano e si adattano alla vita e al lavoro nel Paese di destinazione attraverso una revisione sistematica con meta-sommario di studi qualitativi, soprattutto quelli fenomenologici. Al fine di individuare le evidenze scientifiche pertinenti con il quesito di ricerca di questo studio sono state interrogate le seguenti banche dati: PubMed, CINAHL e PsycInfo. Dopo il processo di selezione le evidenze prese in considerazione per la revisione sono 14. Il 42,86% (n=6) degli articoli è stato pubblicato nell’anno 2019. 13 sono ricerche qualitative e 1 è un mixed method (Al-Nusair Hussam, 2022). Degli gli studi qualitativi il 35,71% (n=5) ha utilizzato approcci descrittivi e il 35,71% (n=5) ha impiegato la fenomenologia. Il campione totale della revisione comprende 240 infermieri formati all’estero. I risultati emersi dalla letteratura sono analizzati in temi suddivisi nelle varie fasi temporali del processo di transizione degli infermieri (dal pre al post arrivo nel Paese di destinazione). Sono, quindi, stati identificati i seguenti temi: prima dell’arrivo e l'arrivo (motivi per lavorare all’estero, reclutamento, accoglienza), riconoscimento del titolo di studio e iscrizione all’ordine professionale (emozioni variegate, mancanza di supporto, imparare una nuova lingua) nuovo lavoro (demansionamento, stress, shock culturale, discriminazione, ruolo del leader). Dai risultati si evince che nonostante il vissuto sia variegato a causa dei diversi Paesi di origine e di destinazione, risultano temi trasversali in ogni fase del processo. Quindi, le criticità insorgono già prima dell’arrivo tramite il complesso processo di reclutamento, seguite dal tortuoso riconoscimento delle qualifiche tramite la ricertificazione del titolo, continuano con il bisogno di un adeguato supporto psicologico, linguistico e professionale, infine nel nuovo lavoro insorgono come problemi discriminazione, stress e shock culturale. La migrazione di infermieri può offrire importanti opportunità per i professionisti stessi, i colleghi e il sistema sanitario ospitante, ma sono necessari interventi per migliorare i punti deboli di questo processo al fine di preservare la qualità dell’attività dei nuovi assunti e dell’assistenza fornita ai pazienti.
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