Riassunto analitico
Secondo la definizione della WHO, l'ictus (o stroke) è una improvvisa comparsa di segni e/o sintomi riferibili a deficit delle funzioni cerebrali, localizzati o globali, di durata superiore alle 24 ore o ad esito infausto, non attribuibile ad altra causa apparente se non vasculopatia cerebrale.
Lo stroke costituisce la seconda causa di morte, la terza causa di disabilità a livello mondiale e la prima causa di disabilità negli anziani.
Si tratta di una patologia fortemente tempo-correlata: dall'interruzione della perfusione vascolare, sia essa a carattere ischemico o emorragico, 2 milioni di cellule vanno incontro a morte ogni minuto. Questo si riflette clinicamente in disabilità permanenti o morte del paziente e rende evidente l'importanza di trattare l'evento cerebrovascolare il più tempestivamente ed efficacemente possibile. Da questa esigenza è nata la Stroke Unit (o Unità Neurovascolare). Essa costituisce il cardine dalla catena assistenziale allo stroke: si tratta della struttura ospedaliera dedicata all'interno della quale opera un'equipe multidisciplinare integrata ed in cui si concentrano le competenze al trattamento della fase acuta dell'evento cerebrovascolare, si avvia un programma riabilitativo precoce e si imposta la prevenzione secondaria.
Questa tesi si propone di studiare la realtà della Stroke Unit del NOCSAE di Modena, il centro Hub di riferimento della provincia modenese nel trattamento degli accidenti cerebrovascolari. Sono analizzati gli aspetti tecnici ed organizzativi che più influenzano l'outcome dei pazienti trattati per malattia cerebrovascolare, alla luce dei risultati dei recenti studi internazionali sull'argomento e dell'esperienza maturata dal centro negli anni. L'attenzione del lavoro è primariamente rivolta all'ictus ischemico acuto da occlusione dei vasi di grosso calibro e al suo trattamento mediante trombectomia meccanica, una tecnica nata alla fine del secolo scorso e in rapida evoluzione che sta rivoluzionando l'approccio alla patologia.
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