Riassunto analitico
Le infezioni nosocomiali o infezioni correlate all’assistenza rappresentano a livello mondiale un rischio insidioso per i pazienti ricoverati causando almeno 90.000 morti/anno, dato che colloca queste patologie al quinto posto tra le cause di morte intraospedaliera. Germi frequentemente isolati nei pazienti ospedalizzati come Staphylococcus aureus, Escherichia coli, Pseudomonas aeruginosa e Klebsiella pneumoniae stanno sviluppando un crescente aumento di resistenza agli antibiotici, con il rischio di arrivare ad un’era post-antibiotica e un aumento costante di spese a carico del SSN in costi diretti per diagnosi, terapia e prolungamento del ricovero, oltre che per la morbilità e/o l’assenza dal lavoro per malattia. L’incidenza delle infezioni nosocomiali può essere ridotta in misura compresa tra il 20% e il 30% se si stabiliscono obiettivi di prevenzione condivisi con il personale e i responsabili delle strutture sanitarie. Una parte di queste infezioni derivano dalla contaminazione ambientale perché i microrganismi possono persistere a lungo sugli strumenti di utilizzo quotidiano e sulle superficie che circondano il paziente. In particolare, le superfici frequentemente toccate come maniglie delle porte, piastre di spinta, sponde dei letti, rubinetti e supporti per le flebo sono state identificate come serbatoi per la diffusione di agenti patogeni che possono contaminare le mani degli operatori sanitari e/o dei pazienti. Accanto all’igiene delle mani, le strategie di prevenzione includono l’uso di disinfettanti e la pulizia frequente, ma questi metodi non sembrano del tutto efficaci. Attualmente, vengono proposte strategie alternative quali lo sviluppo di nanomateriali antibatterici da parte di centri di ricerca specializzati in nanotecnologie. In letteratura, risultano ancora molto limitati gli studi sull’utilizzo di tali materiali per rivestire gli oggetti a maggior contatto con pazienti nei reparti di degenza ordinaria e/o di terapia intensiva. Questo studio si pone l’obiettivo di sviluppare e porre in opera strumenti di protezione collettiva delle superfici basati su nanostrutture e capaci di evitare la deposizione e la proliferazione microbica. La prima fase dello studio prevede la valutazione in vitro delle proprietà antibatteriche dei materiali in via di sviluppo, la seconda fase il loro utilizzo sperimentale sul campo in alcun i reparti a rischio per la comparsa id infezioni nosocomiali.
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