Riassunto analitico
La nefropatia litiasica e le sue manifestazioni acute (colica renale, sepsi urinaria, insufficienza renale acuta) costituiscono causa di numerosi accessi al Pronto Soccorso e motivo di impegno per le equipe di emergenza-urgenza. La letteratura è concorde sull’utilizzo di farmaci come FANS (per il controllo del dolore e l’interruzione del circolo vizioso innescato dalla cascata prostaglandinica), oppioidi (per il controllo del dolore), altri antidolorifici coadiuvanti. E’ tuttavia ancora oggetto di studio, riguardo tali farmaci, l’efficacia dei diversi principi attivi e la loro via di somministrazione, il migliore rapporto dose/effetto, l’ordine temporale con cui vengono utilizzati in relazione alla risposta. Anche per quanto riguarda l’utilizzo della terapia antibiotica per le infezioni del tratto urinario, spesso correlata a litiasi urinaria, l’emergere di resistenze a farmaci fino a ieri di provata efficacia (es. chinolonici) ha imposto una maggiore attenzione alle molecole da utilizzare e la razionalizzazione dei protocolli terapeutici. Infine gli approfondimenti diagnostici ed i provvedimenti non farmacologici, quali l’apporto idrico, l’attività fisica, i regimi dietetici, rientrano nelle prescrizioni fornite ai pazienti che si rivolgono al Pronto Soccorso per manifestazioni acute da nefrolitiasi. Sebbene esistano in letteratura delle linee guida per la gestione della nefropatia litiasica esse risultano spesso non sovrapponibili su diversi degli aspetti sopra accennati. Inoltre, e soprattutto, tali riferimenti solitamente non tengono conto del “punto di vista” della Medicina d’Emergenza-Urgenza, cioè del rapporto applicabilità/efficacia delle indicazioni fornite quando impiegate in contesti quali i Pronto-Soccorso, spesso gravati da ristrettezze in termini di tempo, risorse umane, disponibilità diagnostiche. Da una prima grossolana valutazione dei dati a nostra disposizione sulla casistica degli ultimi 4 anni (2012-2016) il numero dei pazienti dimessi dal nostro Pronto Soccorso con diagnosi di colica renale (certa, possibile o verosimile) risulta oscillare tra i 1450 ed i 1550 all’anno, con picchi nei mesi estivi ed interessamento variabile per le varie fasce d’età. Sono stati analizzati 207 accessi presso il Pronto Soccorso del Policlinico di Modena nel periodo maggio-giugno 2016: questi 207 casi sono stati valutati dalla fase di accesso Triage fino alla dimissione, evidenziando la presenza di eventuali co-patologie o uso di farmaci che possano essere correlati con la nefropatia litiasica, il livello di idratazione raggiunto dai pazienti e quale terapia analgesico-antinfiammatoria si sia rivelata la più efficace in termini di risoluzione del quadro sindromico oltre al profilo di esami di laboratorio e di diagnostica per immagini. Dall’analisi di tali dati abbiamo evidenziato come più del 50% dei pazienti presenti un’età minore a 50 anni, circa la metà degli accessi avvenga nella fascia notturna (20-08) e vi sia un numero considerevole di riaccessi considerando il breve periodo di tempo analizzato: questi ultimi pazienti, pur dimessi con risoluzione del dolore, ritornano a distanza di 24-48 ore con recrudescenza dei sintomi. Tali conclusioni ci portano ad ipotizzare come possa essere utile, anche in termini di ottimizzazione delle risorse, la creazione di un percorso che accompagni questi pazienti dalla terapia acuta verso una prevenzione secondaria della nefropatia litiasica, impedendo quindi che tali episodi recidivanti possano portare ad un progressivo peggioramento della funzionalità renale.
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