Riassunto analitico
La presente tesi dal titolo “A teatro con Marcel Proust. Il mondo del teatro all’interno dell’opera À la recherche du temps perdu”, è basata sull’attenta analisi dei sette tomi dell’immenso romanzo proustiano, al fine di reperire i numerosi e variegati riferimenti all’arte istrionica in esso presenti. Nell’infinito panorama degli studi proustiani, l’indagine dei rimandi teatrali sviluppati da Proust nella sua opera massima, è risultata non essere stata ancora condotta in maniera profonda e, quindi, mi ha permesso di cimentarmi in un lavoro in parte nuovo ed originale. Dopo aver consultato decine e decine di testi critici e dopo aver individuato le innumerevoli allusioni al variopinto mondo dell’arte drammatica, è stato necessario organizzare le stesse all’interno di una precisa “cornice”, volta ad illustrare il ruolo giocato dal teatro nella vita privata dell’autore, ma anche nella realtà storica e sociale della Francia dell’epoca. È bene qui ricordare come ogni prodotto letterario sia imprescindibile dalla storia personale vissuta dal proprio creatore, che inevitabilmente tende ad intrecciare il racconto fittizio con realtà legate alla propria esperienze personale, ma anche dalla couche storica, sociale e culturale nella quale l’opera è stata elaborata. Detto ciò, l’analisi da me sviluppata è organizzata in tre capitoli principali; il primo è atto a descrivere il progressivo e complesso percorso di conoscenza dell’arte drammatica da parte del narratore, per il quale il teatro assume addirittura una funzione salvifica. Esso è in grado di elevare gli spettatori dalla materialità della vita quotidiana, concedendo loro di assaporare il gusto dell’eternità, attraverso la messa in scena di capolavori teatrali immortali ed immuni all’azione distruttrice del tempo. Nella seconda parte della prima sezione, l’attenzione è invece concentrata sulle varie accezioni del teatro, presentato all’interno della Recherche, come luogo del divertissement più sfrenato, della finzione più esasperata, della celebrazione dell’avvenuta ascesa sociale dei personaggi proustiani, ma anche come tempio della mondanità e come metafora del mondo. Infatti, nel corso del lungo romanzo, innumerevoli sono le figure retoriche costruite ispirandosi alla poliedrica realtà teatrale, fonte inesauribile di immagini peculiari, spesso impiegate per riferire della teatralità insita nella vita stessa; il mondo non è che un immenso teatro dove ciascuno di noi è chiamato, secondo copione, a recitare la propria parte. Nel secondo capitolo, invece, evidenziando il carattere fortemente intertestuale della Recherche, mi sono impegnata ad organizzare e ad illustrare i complessi riferimenti proustiani diretti ai drammaturghi francesi, distinguendo i maestri della tradizione (Racine, Molière e Corneille), dagli scrittori contemporanei a Marcel Proust (Meilhac, Halévy, Maeterlinck). In aggiunta, nella terza sezione, largo spazio è stato dedicato agli attori, protagonisti assoluti della scena teatrale parigina delineata all’interno del romanzo; in tale ultimo capitolo, ho provveduto poi a distinguere tra i commedianti realmente esistiti nella Francia tra fine Ottocento ed inizi Novecento (Sarah Bernhardt, Rachel, Jean Mounet-Sully) ed i teatranti scaturiti dal genio creativo di Proust. Nel folto gruppo dei personaggi-attori proustiani, indimenticabili sono la figura della Berma, la Grande-Attrice per antonomasia, campionessa di Classicismo ed amatissima dal narratore Marcel e la più giovane rivale Rachel, attrice di grido, ma legata all’opposta estetica modernista. Terminando, devo ammettere che si è trattato di un lavoro piuttosto impegnativo, ma per me di certo appassionante ed al contempo gratificante; ora la mia speranza è che tale studio possa contribuire, nel suo piccolo, a gettare nuova luce su un uomo eclettico, quale Marcel Proust e sulla sua magnifica "À la recherche du temps perdu".
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Abstract
My dissertation “Going to the theatre with Marcel Proust. The theatrical world in À la recherche du temps perdu” is based on the analysis of the references to the dramatic art made by the French author in his endless masterpiece.
Through a careful reading of the seven different books composing the “oceanic” novel written by Proust, I have discovered the presence of various allusions to the theatrical world.
After having identified all the references, priority has been given to the logical organization of the information retrieved, to avoid the development of a fragmented study.
The setting of a general “frame” has been necessary in order to show the role played by the theatre not only in the author’s private life, but also in the historical reality of France in the late 19th and early 20th centuries.
Now, I have to remember that each literary work is intricately related to the personal background of its creator, who tends to insert his own experiences in the fictionalized story, but also to the social and cultural “niche”, in which the literary work has been elaborated.
The following study divides into three main chapters; the first part describes the complex and progressive “path” followed by the narrator to get to know dramatic art.
In his mysterious discovery of the theatrical world, this character realizes that the theatre can assume a saving role in our lives; people can taste the flavour of eternity through the staging of immortal plays, which are immune to the destructive action of time.
Moreover, in the second part of this chapter, the focus is on the different functions played by the theatre, which is described by Proust as a simple entertainment, as a place exasperating hypocrisy and duplicity, as the temple celebrating the success of high society, but also as a real metaphor of the world.
As a matter of fact, the French author creates numerous figures of speech inspired by the fabulous dramatic world, a real source of peculiar and funny images, which are often used by Proust in order to emphasize the inborn theatricalism in everyday life; according to his idea, the world can be seen as a huge stage, on which each of us has to play a specific role as expected.
In the second chapter, underlining the novel’s intertextuality, I have analysed the several references to the French playwrights, separating the ancient authors of the tradition (e.g. Racine, Molière, Corneille) from the contemporary ones (e.g. Meilhac, Halévy, Maeterlinck).
In the third part, the focus is on the French actors mentioned by Proust in his seven books; in this section I have decided to distinguish between two different categories of performers: the artists who have really played on the well-known stages in the late 19th and early 20th century Paris (e.g. Sarah Bernhardt, Rachel, Jean Mounet-Sully) and those who have been created by the author’s genius and fancy.
Proust shapes unforgettable characters-actors: the old actress Berma, who embodies the ancient values of Classicism and the younger artist Rachel, Berma’s antagonist, who introduces the new aesthetics of Modernism.
Now, I must confess that my dissertation has been particularly demanding, because the topic analysed represents a new area of study in the field of the critical works linked with Proust’s novel.
To conclude, with no literary claims, I must also admit that this involving and exciting project has been conducted in the hope of bringing to light new aspects about Marcel Proust’s personality and about his masterpiece "À la recherche du temps perdu".
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