Riassunto analitico
Il diabete mellito di tipo 2 e i deficit cognitivi sono due disturbi diffusi a livello globale, soprattutto fra gli anziani. Per diabete mellito si intende un insieme di disturbi metabolici ad eziologia multipla caratterizzati da uno stato di iperglicemia cronica e disordini del metabolismo dei carboidrati, dei lipidi e delle proteine.Il suo sviluppo è legato sia ad un difetto di secrezione dell’insulina, sia ad un aumento della resistenza insulinica. Si parla di diabete non complicato in riferimento a una fase della malattia in cui il controllo della glicemia è ragionevolmente mantenuto attraverso la gestione della dieta, dell'esercizio e, se necessario, della terapia farmacologica. Il diabete complicato si verifica a quando la malattia causa danni agli organi o ai tessuti del corpo. Le complicanze si classificano come microvascolari (neuropatia, nefropatia e retinopatia) e macrovascolari (malattia arteriosa periferica, malattia cardiovascolare e cerebrovascolare). Una complicanza importante è il piede diabetico, ossia un'infezione, ulcerazione o distruzione dei tessuti del piede di una persona con diagnosi attuale o precedente di diabete mellito, generalmente accompagnata da neuropatia e/o malattia arteriosa periferica nell'estremità inferiore. Nel paziente anziano le alterazioni legate all'iperglicemia cronica si sommano a quelle procurate dall'invecchiamento, ponendolo in una fascia ad alto rischio di morbilità e mortalità, che necessita di valutazione approfondita multidimensionale ed individualizzata. La demenza, sindrome clinica caratterizzata dalla perdita di più funzioni cognitive di entità tale da interferire con le usuali attività sociali e lavorative del paziente, è una delle complicanze del diabete. Il fattore maggiormente predisponente è l’età. Diversi studi epidemiologici hanno suggerito che il diabete mellito porti ad un rapido declino della funzione cognitiva:i pazienti diabetici presentano un rischio di declino cognitivo 1,5 volte superiore e un rischio di futura demenza 1,6 volte superiore rispetto a coloro che non hanno il diabete. L’obiettivo di questo studio è quindi quello di approfondire la differenza tra il profilo cognitivo delle persone con diabete senza complicanze, pazienti con diabete complicato e pazienti non diabetici. Identificare differenze significative potrebbe evidenziare un divario tra le raccomandazioni mediche alle quali un paziente diabetico deve attenersi e la capacità del paziente stesso di attuarle, tenendo presente che la presenza di un'ulcera al piede aumenta il carico di auto-trattamento imposto all'individuo con diabete. Ognuno dei pazienti dei tre gruppi ha svolto una batteria di test: il MMSE (Mini Mental State Evaluation) ed il Test dell’Orologio per le funzioni cognitive, L’ADL (activities of Daily Living) ed il Barthel index per la valutazione delle funzioni di base, l’IADL (Instrumental Activities of Daily Living) per le funzioni strumentali, la GDS (Geriatric Depression Scale) per la valutazione del tono dell’umore, il 4AT test per la valutazione del delirium ed infine un test per la valutazione della Fluenza Verbale e della Fluenza Semantica. I dati sono in fase di elaborazione. Ci aspettiamo un deterioramento cognitivo significativamente maggiore nei pazienti con diabete mellito di tipo II complicato, una maggiore fragilità clinica e una polifarmacoterapia significativa. Ci aspettiamo anche che questi dati siano solo in parte correlabili all’età: negli anziani le comorbilità e i numerosi farmaci utilizzati possono essere fattori determinanti il profilo clinico del paziente con diabete mellito complicato e deterioramento cognitivo.
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