Riassunto analitico
In Italia l’introduzione della responsabilità degli enti dotati di personalità giuridica – formalmente amministrativa ma caratterizzata da elementi di stampo marcatamente penale – ha rappresentato un punto di svolta per il superamento del principio di matrice romanistica “Societas delinquere et puniri non potest”. Nel nostro ordinamento giuridico, il percorso introduttivo di questo “nuovo” tipo di responsabilità è stato travagliato e si è concretizzato per lo più come “riflesso” delle norme previste dalla Convenzione OCSE di Parigi del 1997, inoltre è stato significativamente influenzato dalle esperienze internazionali di quegli Stati che hanno esteso la portata del proprio codice penale agli enti dotati di personalità giuridica; nella prima parte del lavoro si analizza, in ottica giuridico-economica, l’evoluzione internazionale della responsabilità (sia amministrativa che penale) degli enti nei paesi che applicano il diritto continentale ed in quelli in cui vige il diritto di Common Law, per indagare sulle fonti a cui il nostro Legislatore ha attinto nel delineare l’architrave del nuovo sistema sanzionatorio. Nella seconda parte del lavoro si analizza l’impatto dell’introduzione del D.Lgs. 231/2001 all’interno del comparto bancario italiano: il settore è caratterizzato da recenti trasformazioni che hanno comportano nuovi assetti di governance a seguito dell’espansione delle tradizionali Aree Strategiche d’Affari (ASA) ed al processo di internazionalizzazione, non ancora concluso. La nuova strutturazione organizzativa di livello multi-divisionale degli enti bancari ha condotto ad una profonda scrematura delle imprese bancarie tradizionali italiane, relegando ad un ruolo di crescita territoriale prettamente mutualistico le “storiche” Casse di Risparmio e le Banche di Credito Cooperativo; al contempo, nel sistema economico del nostro Paese, si è attivato un processo di concentrazione (tramite fusioni ed acquisizioni) dei maggiori istituti di credito in pochi ed influenti Gruppi Bancari. La complessità del governo di queste imprese può essere tenuta sotto controllo a patto che il modello di governance prescelta sia idoneo a prevenire i rischi di comportamenti fraudolenti posti in essere dai soggetti apicali e subordinati: in questa ottica è necessario che le nuove disposizioni riguardanti la responsabilità amministrativa dell’ente bancario si integrino correttamente con l’assetto organizzativo previsto dal sistema di amministrazione e controllo prescelto in fase statutaria. A tal riguardo vengono analizzate le posizioni dottrinali e giurisprudenziali riguardanti la ripartizione delle funzioni tra l’Organismo di Vigilanza (O.d.V.), quale ufficio preposto al controllo della corretta implementazione del Modello di Organizzazione e Gestione ex D.Lgs. 231/2001, ed Organo di controllo previsto dalla forma di amministrazione prescelta (Collegio sindacale, Consiglio di sorveglianza, Comitato per il controllo sulla gestione). Il settore bancario italiano è caratterizzato dalla presenza di tre grandi gruppi (Unicredit, Intesa San Paolo, Monte dei Paschi di Siena) che operano a livello internazionale – oltre che sul fronte bancario tradizionale – nei rami assicurativi, previdenziali e finanziario, per tramite di società controllate; le attività divisionali sono coordinate dalle rispettive Capogruppo aventi natura di holding operativa. Per poter usufruire dell’esimenza dalla responsabilità amministrativo-penale, questi gruppi bancari hanno adottato modelli di organizzazione e controllo basati sulle Linee Guida emesse dall'Associazione Bancaria Italiana (ABI): affrontando in rassegna tali modelli, il lavoro intende saggiarne il livello di compliance al modello standard ABI ed analizza, in ultimo, i possibili scenari di sviluppo della normativa, nell'ottica di un rafforzamento della sua efficacia applicativa.
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