Riassunto analitico
L’elaborato ha lo scopo di analizzare la risposta dell’Unione europea alla crisi sanitaria, economica e sociale determinata dall’evento di natura eccezionale della pandemia da Covid-19 nel breve e nel lungo periodo. Le scelte politiche e le misure adottate da parte delle Istituzioni europee a partire da marzo 2020, non possono prescindere da un confronto diretto con quelle atte alla limitazione degli effetti della precedente crisi finanziaria dei debiti sovrani. Durante la fase di contenimento del virus, l’obiettivo primario è stato quello di sostenere l’economia, le imprese e i lavoratori. Nella determinazione di una strategia di lungo periodo invece, è stata fatta la scelta storica di istituire uno strumento straordinario per la ripresa a sostegno dell’economia, il Next Generation Eu (Regolamento UE 2020/2094). L’Unione europea ha così incrementato il Quadro Finanziario Pluriennale 2021-2027 di 750 miliardi di euro, reperiti eccezionalmente sul mercato finanziario sulla base della Decisione (UE, Euratom) 2020/2053. Un ruolo importante per l’adozione del Next Generation EU è stata la riscoperta della solidarietà, principio assopito durante la crisi precedente. Complementare all’istituzione del Next Generation Eu è stata l’approvazione del Dispositivo per la ripresa e la resilienza (Regolamento UE 2021/241) in cui vengono stabiliti gli obiettivi e i criteri per l’assegnazione delle sovvenzioni e dei prestiti agli Stati membri, il cui utilizzo avviene, ad opera di quest’ultimi, in base a quanto previsto dai propri Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza (PNRR). Questo complesso meccanismo è caratterizzato da una forte condizionalità macroeconomica, che riguarda il raggiungimento di determinati traguardi e obiettivi (milestone e target). Con l’adozione del Regolamento (UE, Euratom) 2020/2094 che istituisce un regime generale di condizionalità per la protezione del bilancio dell’Unione, si è anche intrinsecamente legata l’erogazione dei fondi al rispetto dei principi dello Stato di diritto. Tale scelta si basa sul perpetuarsi di politiche illiberali da parte di alcuni Stati membri, in particolare modo per lo contro tra le Istituzioni europee e gli Stati di Polonia e Ungheria, che ha dato vita a una ricca giurisprudenza in merito. L’insieme di tutti questi elementi ha portato alla definizione di una nuova governance europea caratterizzata dall’accrescimento di poteri di indirizzo e sorveglianza attribuiti alla Commissione e al Consiglio, a fronte di un depauperamento di quelli di rappresentanza democratica del Parlamento europeo.
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