Riassunto analitico
Il seguente lavoro di tesi si origina da alcuni interrogativi quali: chi è il pedagogista, quale ruolo svolge il coordinatore pedagogico di servizi alla persona, quali strumenti deve possedere nella propria “cassetta degli attrezzi” per poter essere efficace nel proprio lavoro. Se per la fascia 0-6 la figura del pedagogista nutre di un certo riconoscimento, mentre all’interno dei servizi alla persona più in generale, l’argomento è ancora parte di un acceso dibattito lungi dall’essere arrivato ad una conclusione. Per provare a fare chiarezza e stabilire alcuni punti cardine del ruolo del pedagogista, proveremo ad analizzare alcune teorie rispetto alla figura del coordinatore dei servizi alla persona come mediatore di riflessività. Attraverso un primo approfondimento, cercheremo di capire le responsabilità a cui è chiamato il coordinatore, quali stili di coordinamento siano più ricorrenti e, tra questi, quali risultino maggiormente efficaci. Inoltre indagheremo come l’apprendimento continuo, la riflessione durante e sull’azione, le tecniche riflessive e tutti i diversi strumenti a disposizione, possano fungere sia da elementi di protezione che da fattori di crescita del gruppo di lavoro permettendo all’équipe di esprimere tutte le proprie potenzialità, in un’ottica di empowerment personale e di miglioramento della qualità dei servizi offerti. All’interno delle tecniche e degli strumenti di cui il coordinatore può disporre, da alcuni anni è entrata a far parte la possibilità di partecipare a progetti di mobilità a livello europeo. Infatti, programmi finanziati dalla Commissione europea come Erasmus+, da diversi anni ormai, danno non solo a studenti, ma anche ad un numero sempre crescente di lavoratori, la possibilità di partecipare ad esperienze di mobilità internazionale e affiancamento lavorativo, che generano opportunità di arricchimento reciproco e ripensamento delle prassi lavorative. Attraverso questa tesi, vorremmo cercare di capire se questo tipo di possibilità viene utilizzata nelle équipe di lavoro sociale ed eventualmente quali possano essere sia gli ostacoli da superare, che soprattutto quali siano i punti di forza ed il valore aggiunto in termini di crescita del gruppo di lavoro e di miglioramento dei servizi erogati. Attraverso un lavoro di ricerca esplorativa di tipo qualitativo, con lo svolgimento di 11 interviste semi-strutturate a coordinatori di diverse tipologie di servizi alla persona tra le province di Reggio Emilia, Modena e Parma, proveremo a capire meglio quale ruolo deve effettivamente ricoprire il coordinatore, quali sono le difficoltà che deve affrontare quotidianamente, quali risorse ha a disposizione, e come l’eventuale partecipazione ad esperienze di mobilità e scambio europeo possa supportare la riflessività all’interno dei gruppi di lavoro. Infine, partendo dai bisogni emersi dalle interviste realizzate e per concludere in maniera propositiva questo lavoro di tesi, tenteremo di ipotizzare una progettazione in ambito europeo che possa coinvolgere un gruppo di coordinatori di servizi alla persona attraverso uno scambio tra realtà simili in contesti differenti. L’idea è quella che l’esperienza positiva di riflessione e scambio reciproco proposta ai coordinatori possa avere successivamente una ricaduta a cascata sui membri delle équipe di lavoro e sulla qualità dei servizi offerti agli utenti.
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