Riassunto analitico
La radiazione solare è in gran parte costituita da radiazione visibile, che rappresenta circa il 41% del totale. Oltre alla radiazione visibile, la radiazione solare è composta da componenti minoritarie quali le radiazioni infrarossi e UV. È stato determinato che la radiazione UV è cancerogena per l'uomo, in quanto a contatto con il nostro organismo provoca un danneggiamento del DNA, che può portare alla formazione di tumori della pelle. Per proteggerci da questi effetti dannosi sono stati creati prodotti commerciali, come creme/lozioni solari, che contengono miscele di filtri UV che possono essere fisici o chimici. Una caratteristica fondamentale dei filtri chimici dovrebbe essere la loro fotostabilità, mentre nel tempo succede che si degradano formando nuove specie di tossicità sconosciuta e perdono il loro potere di assorbimento dei raggi UV. Per questo motivo in questo lavoro di tesi si è cercato un metodo per impedire che i filtri UV, in particolare l'ottil-metossicinnamato (OMC), si degradino una volta irradiati e interagiscano con gli altri componenti presenti nelle formulazioni dei solari. L'incapsulamento dell'OMC all'interno di zeoliti risulta essere una buona soluzione e per questo studio si è utilizzata la zeolite sintetica L. È stato ipotizzato il massimo assorbimento di 1 molecola di OMC ogni 2 celle elementari. Tale caricamento corrisponderebbe al 4,06% in peso di carbonio nella zeolite anidra, ovvero al 3,7% se la zeolite contiene circa il 9% H2O. In un tale materiale idrato, la quantità di OMC massima costituisce il 5,0% in peso. Per verificare la corretta realizzazione degli ibridi zeolite L – OMC sono state effettuate diverse analisi, in particolare: • Analisi chimiche • Analisi termiche • Diffrazione a raggi X su polveri Dai risultati ottenuti è stato possibile osservare che la zeolite L è in grado di assorbire l’OMC e si è messo a punto un procedimento per ottenere un ibrido zeolite L – OMC che contiene la massima percentuale di OMC all’interno delle porosità zeolitiche. L’analisi elementare mostra sugli ibridi zeolite L – OMC valori di C% confrontabili con la percentuale massima di C attesa calcolata per la presenza di 1 molecola di OMC ogni 2 celle di zeolite L. L’analisi termogravimetrica, si è dimostrata probabilmente l’analisi più attendibile nel discriminare la quantità di OMC presente all’interno della struttura da quella presente sulla superficie esterna della zeolite. Anche i dati di diffrazione confermano la presenza di OMC nei canali della zeolite L, ma non sono evidenti differenze tra campioni caricati con un diverso tenore di OMC.
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Abstract
La radiazione solare è in gran parte costituita da radiazione visibile, che rappresenta circa il 41% del totale. Oltre alla radiazione visibile, la radiazione solare è composta da componenti minoritarie quali le radiazioni infrarossi e UV.
È stato determinato che la radiazione UV è cancerogena per l'uomo, in quanto a contatto con il nostro organismo provoca un danneggiamento del DNA, che può portare alla formazione di tumori della pelle. Per proteggerci da questi effetti dannosi sono stati creati prodotti commerciali, come creme/lozioni solari, che contengono miscele di filtri UV che possono essere fisici o chimici. Una caratteristica fondamentale dei filtri chimici dovrebbe essere la loro fotostabilità, mentre nel tempo succede che si degradano formando nuove specie di tossicità sconosciuta e perdono il loro potere di assorbimento dei raggi UV.
Per questo motivo in questo lavoro di tesi si è cercato un metodo per impedire che i filtri UV, in particolare l'ottil-metossicinnamato (OMC), si degradino una volta irradiati e interagiscano con gli altri componenti presenti nelle formulazioni dei solari. L'incapsulamento dell'OMC all'interno di zeoliti risulta essere una buona soluzione e per questo studio si è utilizzata la zeolite sintetica L. È stato ipotizzato il massimo assorbimento di 1 molecola di OMC ogni 2 celle elementari. Tale caricamento corrisponderebbe al 4,06% in peso di carbonio nella zeolite anidra, ovvero al 3,7% se la zeolite contiene circa il 9% H2O. In un tale materiale idrato, la quantità di OMC massima costituisce il 5,0% in peso.
Per verificare la corretta realizzazione degli ibridi zeolite L – OMC sono state effettuate diverse analisi, in particolare:
• Analisi chimiche
• Analisi termiche
• Diffrazione a raggi X su polveri
Dai risultati ottenuti è stato possibile osservare che la zeolite L è in grado di assorbire l’OMC e si è messo a punto un procedimento per ottenere un ibrido zeolite L – OMC che contiene la massima percentuale di OMC all’interno delle porosità zeolitiche. L’analisi elementare mostra sugli ibridi zeolite L – OMC valori di C% confrontabili con la percentuale massima di C attesa calcolata per la presenza di 1 molecola di OMC ogni 2 celle di zeolite L. L’analisi termogravimetrica, si è dimostrata probabilmente l’analisi più attendibile nel discriminare la quantità di OMC presente all’interno della struttura da quella presente sulla superficie esterna della zeolite.
Anche i dati di diffrazione confermano la presenza di OMC nei canali della zeolite L, ma non sono evidenti differenze tra campioni caricati con un diverso tenore di OMC.
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