Riassunto analitico
Introduzione Nonostante che la demenza e il dolore cronico siano molto frequenti in età geriatrica, non si hanno dati sufficienti sulla prevalenza del dolore negli anziani dementi, anzi la percentuale di pazienti dementi con almeno un dolore cronico sembrerebbe diminuire con l’aumentare del deficit cognitivo. La causa di questa evidente sottostima è rappresentata dal deficit di espressione verbale di questi pazienti, laddove quanto riferito dal paziente (self-report) rappresenta il gold standard per la rilevazione del dolore, che deve essere quindi affidata all’osservazione degli operatori. Materiali e Metodi Studio epidemiologico cross sectional condotto su 109 pazienti anziani ospiti di quattro case protette del Distretto di Reggio Emilia ed affetti da demenza grave (CDR 3-4-5) al fine di: valutare la prevalenza del dolore mediante la scala osservazionale PAINAD, a riposo e durante attività assistenziali potenzialmente dolorose; valutare la frazione di pazienti in trattamento antalgico durante la rilevazione; sondare tramite questionario, conoscenze e comportamenti degli operatori relativamente alla gestione del dolore in pazienti con demenza. Risultati Dei 109 pazienti reclutati, 84 hanno dato il consenso scritto a partecipare allo studio di cui 13 maschi (15,5%) e 71 femmine (84,5%) con età media di 86,6 ± 6,7 anni; distribuiti secondo la gravità di demenza in: CDR 3 n°46 (54,8%), CDR 4 n°30 (35,7%) e CDR 5 n°8 (9,5%). Nella rilevazione a riposo 28 pazienti (33,3%) presentavano dolore (25 dolore lieve, 3 dolore moderato) mentre nella rilevazione durante attività assistenziali potenzialmente dolorose presentavano dolore 73 pazienti (86,9%) (31 dolore lieve, 32 dolore moderato, 10 dolore severo). L’85,7% dei soggetti ha un aumento del dolore sotto stimolo, e nel 76,2% dei casi aumenta la classe di dolore. Degli 84 pazienti reclutati, al momento della rilevazione, 28 soggetti non ricevevano alcuna terapia antalgica, 5 erano in terapia con FANS, 15 con oppioidi e 36 con paracetamolo. Dei soggetti in terapia antalgica 6 ricevevano una terapia fissa e 50 una terapia al bisogno. Per testare le conoscenze degli operatori sono stati distribuiti 53 questionari agli infermieri delle strutture con un tasso di risposta del 81,1% (43/53). I risultati dei questionari hanno evidenziato disomogeneità e ampi margini di miglioramento rispetto a conoscenze possedute e comportamenti agiti dagli operatori: il 37,2% ritiene che dare un placebo al paziente con dolore cronico sia utile per valutare se ha realmente dolore; il 44,2% non conosce i parametri utilizzati nella scala PAINAD e infine il 65,1% degli operatori non ha mai partecipato a corsi di formazione specifica sul tema del dolore e la sua gestione. Conclusioni La gestione del dolore nell’anziano con grave demenza rappresenta un problema molto frequente nelle Case protette e RSA. I primi risultati di questo studio permetteranno di orientare una formazione mirata agli operatori sociosanitari della rete provinciale e di definire un’apposita procedura per la valutazione e gestione del dolore nei pazienti con demenza. Un adeguato strumento per la valutazione del dolore e lo sviluppo di competenze specifiche, costituiscono presupposti essenziali per una corretta ed efficace terapia antidolorifica. L’aumento del dolore rilevato comporterà la sua successiva riduzione, con conseguente riduzione di disturbi comportamentali, aumento di antalgici per dose e potenza analgesica e riduzione di psicofarmaci. La valutazione del dolore dovrebbe fare parte dell’accertamento globale dei pazienti, al pari degli altri bisogni fondamentali allo scopo di ridurre o eliminare quelle situazioni che possono peggiorare lo stato clinico del paziente.
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