Riassunto analitico
La Ostpolitik di Casaroli fra contestazioni e successi. Come la politica del dialogo e gli accordi di Helsinki smantellarono il Muro di Berlino
La contestata Ostpolitik di Casaroli: compromesso o geniale strategia? Come la politica del dialogo e gli accordi di Helsinki salvarono le Chiese dell'Est
L'elaborato affronta la vita di monsignor Agostino Casaroli (Castel San Giovanni, 24 novembre 1914 - Roma, 9 giugno 1998), cardinale e arcivescovo della Chiesa cattolica e Segretario di Stato vaticano dal 1979 al 1990. Ci si sofferma in particolare sul tema della politica estera - la cosiddetta Ostpolitik - che Casaroli portò avanti lungo tutto il corso della sua lunga carriera, negli anni della guerra fredda, con i paesi dell'Est. Le chiese degli Stati facenti parte del blocco sovietico, subivano infatti persecuzioni e restrizioni: Casaroli ritenne dovere imprescindibile della Santa Sede instaurare con i regimi oppressori un dialogo che consentisse di alleviare le pene dei cristiani oppressi o almeno di non farli sentire abbandonati. La Ostpolitik fu amata da alcuni e da altri avversata. Gli stessi pontefici - Paolo VI, Giovanni XXIII, Giovanni Paolo II - non ebbero il medesimo atteggiamento nei confronti dell'operato di Casaroli, benché tutti lo ritenessero indispensabile. Si analizzano dunque le reazioni e le critiche mosse sia dagli stessi ambienti vaticani, sia dai paesi dell'Est, a questa politica del dialogo, che spesso era vista come un cedimento, una mancanza di rispetto verso le sofferenze di chi era perseguitato. Si approfondiscono poi gli accordi di Helsinki, che andarono a rappresentare un passo decisivo verso la libertà. Dal luglio 1973 al luglio 1975 si svolsero le trattative per l’elaborazione dell’Atto finale di Helsinki (sottoscritto dai capi di Stato e di governo di 35 Paesi il 1° agosto 1975). Casaroli subito vi riconobbe quel processo forse lento, ma inarrestabile, capace di cominciare ad aprire piccole ferite nella compattezza interna dell’Est sovietico. La sottoscrizione di principi inerenti i diritti umani da parte di Stati che avevano una legislazione contraria al riconoscimento di quegli stessi diritti umani, rappresentò chiaramente una svolta. Da quel momento il cammino verso la libertà religiosa poté farsi più spedito e realizzarsi progressivamente sino alla caduta del comunismo nel 1989. Il periodo dei lavori di Helsinki non a caso sarà sempre ricordato e citato da Casaroli come l'apogeo, il punto più importante e decisivo di tutto il suo lungo impegno diplomatico. Giovanni Paolo II seppe poi utilizzare al meglio l’arma dei diritti umani che Casaroli gli aveva presentato su un piatto d’argento. Il prosieguo di Helsinki, fino al 1989, vide una costante dialettica tra Ovest ed Est sulle libertà fondamentali e i diritti dei popoli. L'elaborato si conclude con la caduta dell'unione sovietica, che non sarebbe probabilmente avvenuta senza questa politica di dialogo e senza il contributo di Giovanni Paolo II. Fu infatti grazie all'audacia e all'ascendenza del papa polacco che la Polonia cominciò fin dal 1980 a ribellarsi, per poi resistere un decennio fino alla vittoria sul regime, favorita infine dall’indulgenza riformista di Gorbačëv. La bibliografia delle fonti è stata condotta consultando diversi libri tra cui Agostino Casaroli per la fede e la giustizia - Comolli Gian Maria, Il filo sottile. l’Ostpolitik vaticana di Agostino Casaroli - Alberto Melloni, La politica del dialogo. Le carte Casaroli sull’Ostpolitik vaticana - Giovanni Barberini, Tra est e ovest. Agostino Casaroli diplomatico Vaticano - Roberto Morozzo della Rocca. Oltre a fonti sitografiche quali 30giorni.it, Cardinalcasaroli.org, Vaticannews.va, questione civile.it.
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