Riassunto analitico
Questo contributo intende ricostruire il complesso itinerario umano, intellettuale e professionale del maestro Albino Bernardini, collocandolo nella complessità e fecondità del Novecento, secolo di tradizione e innovazione, anche e soprattutto pedagogica. Bernardini e il suo operare pedagogico sono parte ed espressione di un determinato periodo storico politico e legislativo, quello dal secondo dopoguerra agli anni ’70, cruciale per la ricostruzione dell’Italia e per avviare una scuola democratica. In anni in cui le denunce contro una scuola classista, trasmissiva, autoritaria e selettiva si vanno facendo sempre più pressanti, egli si impegna nel contrastare la miseria (non solo materiale) e l’emarginazione facendosi educatore sociale, in una coerente connessione tra fini e mezzi, riuscendo ad avvicinare alla cultura anche i bambini dei contesti più difficili (come la borgata romana di Pietralata) e permettendo ai suoi allievi di costruirsi una identità diversa da quella già confezionata per loro che sia forza trasformatrice non solo individuale ma anche sociale. Bernardini crede nella funzione della scuola pubblica come mezzo per il fine della giustizia sociale, a partire dal rapporto stringente che c’è tra uguaglianza delle opportunità, non solo di accesso ma anche di successo formativo, e inclusione sociale. La sua militanza educativa e/o la sua battaglia per una scuola più democratica mai scissa dall’impegno per una società più giusta ha ancora molto da insegnare a noi educatori di oggi e di domani.
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