Riassunto analitico
Il presente lavoro di tesi ha lo scopo di indagare l’interconnessione esistente fra il bene giuridico collettivo della salute pubblica ed esigenze di anticipazione della tutela penale, evidenziando i profili di maggiore criticità del sistema attuale e provare a delineare le direttrici più urgenti di intervento. L’interesse redivivo per i reati di pericolo (in particolare non concreto) dev’essere compreso in primo luogo in ragione dell’inservibilità del diritto penale d’evento nel fronteggiare le nuove fenomenologie di offesa veicolate dal progresso tecnologico, in secondo luogo, nell’esplicita ispirazione preventiva, riferita a condotte non di mala in sé ma da reprimere per le possibili conseguenze che ne deriverebbero, stante l’impossibilità di controllare ulteriori fattori di rischio sinergici non prevedibili ex ante. Senonché le istanze securitarie della società del rischio, ormai disillusa sulla possibilità di controllo della natura da parte dell’uomo, forzano l’intrusione della logica precauzionale nel diritto penale, in chiave di espansione del penalmente rilevante (e distorsiva delle categorie penalistiche classiche della causalità e della colpa). Per queste ragioni una prima parte del lavoro sarà dedicata allo sviluppo dei significati delle dicotomie “pericolo/rischio” e “prevenzione/precauzione”, con la finalità di individuare i confini esterni del diritto penale, in osservanza dei limiti costituzionali (offensività e colpevolezza). Il focus prescelto come leitmotiv del presente lavoro, ma anche proposto come logica sottesa all’intervento riformatore nel settore di studio, è rappresentato dal bilanciamento fra offensività - approcciata con la seguente scansione: Tipicità, Offensività, Modalità di lesione (nesso di rischio nei reati di evento), Dolo e Colpa come profili modali (nel loro esprimere, oggettivamente, un contrassegno di offensività) – sussidiarietà e frammentarietà, nel tentativo di recuperare l’originaria natura di extrema ratio del diritto penale e censurarne gli impieghi in chiave di “promozione sociale”. Una seconda parte del lavoro sarà dedicata all’analisi del diritto penale alimentare attuale nella sua organizzazione sanzionatoria (tre stadi di tutela: illeciti amministrativi/contravvenzioni speciali/delitti codicistici), riservando parte della trattazione all’indagine sui risvolti applicativi della disciplina d’interesse nella giurisprudenza italiana. Infine, si evidenzieranno i tratti di forza e le lacune del disegno di legge presentato alla Camera il 6 marzo 2020 (A.C. 2427), recante “Nuove norme in materiale di illeciti agro-alimentari”, che riproduce parzialmente il testo approvato dalla Commissione Caselli (2015), mai divenuto legge. Particolare attenzione sarà riservata alla previsione di estensione della punibilità per i reati alimentari (delitti contro la salute pubblica e contravvenzioni della normativa complementare) alle persone giuridiche.
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