Riassunto analitico
La malattia di Parkinson è una patologia neurodegenerativa progressiva, legata a deplezione dopaminergica, caratterizzata da sintomi motori, cognitivi e comportamentali. In questo studio sono stati esaminati 20 soggetti con diagnosi di Malattia di Parkinson Idiopatica e 19 controlli sani. Gli aspetti clinico-prognostici sono stati indagati utilizzando la “Unified Parkinson’s Disease Rating Scale” (UPDRS), una prova standardizzata comprensiva di una indicazione di stadiazione (modificata dalla Hoehn-Yahr) e della scala di disabilità “Schwab and England”. I pazienti sono stati sottoposti ad un questionario relativo alla qualità di vita (PDQ-39), ad una batteria di test cognitivi (MMSE, Stroop color-word test, fluenze verbali), nonché alla versione italiana della scala SCOPA-Cog (“Scales for Outcomes in Parkinson’s disease Cognition”), uno strumento specifico di valutazione cognitiva che esplora la memoria, le capacità attentive, le funzioni esecutive e visuo-costruttive. Ai due gruppi di soggetti (pazienti e controlli) sono state somministrate tre prove sperimentali: il Test di Agency, volto ad indagare la capacità del soggetto di riconoscersi come agente di un’azione; un test di Riconoscimento di Parti Corporee (RCP), volto ad esaminare la rappresentazione di parti del corpo (mani e piedi) ed il BART (“Balloon Analogue Risk Task”), utilizzato per indagare la propensione ad adottare comportamenti rischiosi. L’analisi dei dati è stata condotta confrontando le prestazioni dei due gruppi sperimentali e, per i pazienti, sono state applicate delle analisi di correlazione fra i dati cognitivo-comportamentali e clinici. I risultati hanno mostrato la presenza di correlazioni positive fra il numero di errori al test di Stroop e la durata (r= 0,6451; p=,009) e lo stadio di malattia (r= 0,5479; p=,034) e con la terapia (r= 0,5254; p=,044) mentre il tempo di esecuzione correla con la disabilità al PDQ-39 (r=0,5259; p=,044) e i mesi di malattia (r= 0,5378; p=,039). Una correlazione negativa è emersa fra la terapia farmacologica assunta ed una prestazione deficitaria al subtest di Shifting attentivo dello SCOPA (r=0-,5401; p=,038). Nella rievocazione ritardata la correlazione positiva con la variabile clinica della gravità del tremore conferma i dati riportati in letteratura in cui la prevalenza di disturbi cognitivi è maggiore nelle sindromi a fenotipo acinetico-rigido (r=0,5505; p=,033). Nelle prove sperimentali (BART, RCP e test di Agency), non sono emerse differenze significative fra i due gruppi. Nel Test di Agency è evidente un trend nei pazienti i quali non appaiono suscettibili all'illusione alla base del paradigma: se la conseguenza di un’azione viene differita oltre una certa soglia temporale, i soggetti di controllo percepiscono illusoriamente di non essere gli esecutori dell’azione. Tale effetto è presente solo in modo più lieve nei parkinsoniani. In sintesi, lo studio ha confermato l’utilità dello SCOPA-Cog test come strumento clinico. I test sperimentali, pur in assenza di una significatività statistica, mostrano la presenza di una alterata rappresentazione motoria, ed in particolare, nel riconoscimento dell’agente di un’azione nella Malattia di Parkinson.
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