Riassunto analitico
La sepsi e lo shock settico rappresentano sindromi cliniche complesse, caratterizzate da una risposta immunitaria disregolata dell'ospite a un'infezione in cui, nonostante una sempre maggiore conoscenza della patogenesi e della gestione terapeutica, la mortalità rimane elevata. In particolare, diversi studi hanno evidenziato due principali fasi critiche correlate ad un aumento della mortalità: una risposta iper-infiammatoria iniziale e un successivo stato di immunosoppressione, che predispone il paziente a infezioni secondarie. Il precoce riconoscimento della condizione settica, associata alla tempestiva somministrazione di fluidi, vasopressori, antibiotici empirici, strategie di supporto emodinamico e respiratorio risulta di fondamentale importanza per la diminuzione della mortalità. Tuttavia, la grande eterogeneità delle manifestazioni cliniche suggerisce come un approccio individualizzato, che tenga conto delle caratteristiche del singolo paziente, possa rappresentare una opportunità vincente per diminuire ulteriormente la percentuale di outcomes negativi sepsi correlati. In questo ambito, le terapie aggiuntive per il trattamento della sepsi rappresentano una possibile scelta per la personalizzazione delle terapie, e fra di esse la terapia adiuvante con immunoglobuline arricchite in IgM e IgA (IgGAM) è da anni motivo di dibattito riguardante l’effettiva efficacia e la capacità di modulare la risposta immunitaria. In questo studio retrospettivo, condotto su una popolazione di pazienti affetti da shock settico da germi multidrug-resistant (MDR) ricoverati presso la terapia intensiva dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, abbiamo analizzato l’impatto della terapia adiuvante con IgGAM su diversi outcomes. La scelta di includere solo soggetti con infezioni da germi MDR è dovuta alle particolari caratteristiche di questa categoria di pazienti settici che, per motivi non ancora del tutto chiariti, presentano maggiore mortalità e che potrebbero, pertanto, beneficiare da una terapia individualizzata con immunoglobuline. I risultati suggeriscono un effetto positivo sulla diminuzione della mortalità in terapia intensiva nei pazienti che hanno ricevuto il trattamento con IgGAM se confrontati con coloro che non l’hanno ricevuto. L’effetto protettivo di tale terapia è stato confermato anche all’analisi multivariata. Nonostante gli incoraggianti risultati ottenuti, la presenza di diverse limitazioni, prima fra tutte la natura retrospettiva dello studio, non permettono di trarre conclusioni definitive riguardo l’impiego della terapia aggiuntiva con immunoglobuline nei pazienti con sepsi e nelle possibili sottopopolazioni ad essa associate, rendendo necessario un maggior numero di trial clinici randomizzati controllati che permetta di esprimersi con maggiore certezza in merito alla questione.
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