Riassunto analitico
La dispnea viene definita come una esperienza soggettiva di disagio all’atto della respirazione che consiste di sensazioni qualitativamente distinte le quali possono variare in intensità. Si tratta di un sintomo complesso dietro cui può nascondersi una situazione critica di alterazione dell’omeostasi e che quindi deve essere valutata attentamente secondo tre assi fondamentali: sensoriale (intensità e qualità dell’esperienza del paziente), emozionale (grado di distress causato dalla condizione) e di impatto sulle attività di vita quotidiana. Studi di popolazione hanno mostrato una prevalenza dal 9 al 13% di dispnea lieve o moderata tra adulti residenti in comunità, dal 15 al 18% nel caso di adulti residenti in comunità con età superiore o uguale a 40 anni, e dal 25 al 37% per adulti con età uguale o superiore a 70 anni. È perciò evidente come si tratti di una problematica molto diffusa direttamente proporzionale all’età e che la più elevata prevalenza si riscontri nella popolazione anziana; la dispnea, infatti, rappresenta una fra le cinque ragioni più frequenti per cui gli anziani si rivolgono al medico di famiglia. Il motivo di questa maggiore diffusione della dispnea nei pazienti anziani è da ricercare principalmente nelle modificazioni a carico dei sistemi cardiovascolare e polmonare, dovute all’invecchiamento e alla minore capacità di mantenere l’equilibrio omeostatico dovuta alla fragilità, condizione molto diffusa in pazienti con più di 65 anni; patologie a carico di cuore o polmoni sono infatti alla base della stragrande maggioranza dei casi di dispnea mentre l’alterazione di tutti quei meccanismi di compenso che vengono messi in atto in un paziente più giovane può essere un importante fattore contribuente all’insorgenza o al peggioramento di un quadro di difficoltà respiratoria. Oltre che essere più frequente, la dispnea nell’anziano ha anche un impatto maggiore sulla qualità di vita. Nei pazienti anziani, infatti, il disturbo va più facilmente incontro a cronicizzazione con conseguente limitazione molto severa nelle attività di vita quotidiana. Inoltre, persone con più di 65 anni e affette da patologie croniche polmonari, sono meno inclini a riportare che la sintomatologia respiratoria impedisce loro di compiere la maggior parte delle normali attività rispetto a persone più giovani (<65 anni). L’obiettivo che lo studio si prefigge è quello di verificare l’utilità clinica del sintomo dispnea da sforzo, nella valutazione delle comorbidità che interessano gli individui afferenti all’ambulatorio di cardiogeriatria del Nuovo Ospedale S.Agostino Estense, ovvero soggetti con età > a 65 anni, e descrivere le caratteristiche cliniche dei pazienti anziani con dispnea. Dallo studio ci si aspetta che la dispnea da sforzo si confermi un ottimo strumento nell’individuazione di soggetti affetti da scompenso cardiaco e che tale sintomo, insieme alle prove oggettive di performance, sia da ricercare e valutare con attenzione nella popolazione anziana che afferisce all’ambulatorio di cardiologia.
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