Riassunto analitico
Questa proposta di tesi nasce dall’interesse e dalla curiosità che fin da piccola il metodo Montessori ha suscitato in me, orientando le scelte del mio percorso di studi. Tale interesse si è senza dubbio consolidato con l’esperienza di tirocinio presso la “Casa dei Bambini” M.Montessori di Mantova. Negli anni a venire diverse sono state le opportunità di tirocinio e quelle professionali nel mondo della scuola. L’esperienza maturata sul campo, nei diversi ordini e ambienti scolastici, dal pubblico al privato, dalla scuola dell’infanzia alla scuola primaria, ha aumentato in me il desiderio di approfondire l’argomento. Osservando le differenze tra “La Casa dei Bambini” e le altre scuole è nata l’idea di conoscere ciò che caratterizza un’insegnante e una scuola montessoriana. In particolare ho ritenuto importante comprendere le esperienze montessoriane del territorio in cui vivo. È così che ho deciso di consultare una ricca bibliografia che rappresenta la storia dell’elaborazione teorica di Maria Montessori. Attraverso queste letture affronto nel primo capitolo gli aspetti fondanti della teoria della pedagogista, analizzando e descrivendo il bambino, l’insegnante e l’ambiente montessoriano. Nel secondo capitolo descrivo le esperienze presenti sul territorio mantovano. La ricerca prende in esame sette “Case dei Bambini”, di cui due che hanno vita nella prima metà del Novecento nel territorio del Comune di Gonzaga e cinque del Comune di Mantova, che nascono negli anni ’70, di cui due ancora presenti oggi. Delle prime due ho cercato la storia negli archivi comunale, parrocchiali e della “Gonzagarredi”, delle altre due nella storia di chi le ha volute e nelle documentazioni elaborate dai docenti. La nascita delle “Case dei Bambini” di Palidano e Ronchi si deve all’interessamento, alla cura e agli interventi economici di Donna Maria Maraini Guerrieri Gonzaga e della sua famiglia. A Mantova è invece per volontà di Vittorina Gementi che, in qualità di Assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Mantova, vengono istituite le “Case dei Bambini”. La Gementi fu una delle figure più significative della vita sociale, politica, educativa ed ecclesiale di Mantova. Il terzo capitolo prende in esame il periodo storico che va dal 1970 al 1990, tempo in cui la ricerca e lo sviluppo professionale dei docenti prende largo posto nella scuola dell’infanzia a livello nazionale. Si descrive inoltre come, anche a Mantova, le scuole dell’infanzia mettano al primo posto la ricerca e la formazione e come il pensiero montessoriano costituisca il punto di riflessione per ripensare alla dimensione del docente e alla funzione dell’ambiente nel processo educativo. Analizzo infatti un percorso di formazione dei docenti, che ha come tema l’attualizzazione della Montessori. La proposta formativa, realizzata dal Comune di Mantova, aveva l’obiettivo di creare un humus culturale condiviso da tutte le docenti delle scuole dell’infanzia, al tempo divise dall’uso di due metodi diversi, quello agazziano e quello montessoriano. Nel quarto capitolo ho preso in esame l’offerta formativa delle due “Case dei Bambini” del Comune di Mantova, dagli anni ’90 ai primi anni del nuovo millennio, grazie all’analisi dei POF, descrivendone così gli aspetti didattico-organizzativi. Nel quinto ed ultimo capitolo ho scelto invece di descrivere l’esperienza montessoriana a Mantova nell’ultimo decennio, in particolare quella che vede come protagonista una scuola primaria comunale, afferente all’Istituto Comprensivo Mantova 3.
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