Riassunto analitico
Nel 2009, l’Unione Europea ha imposto dazi anti-dumping sulla carta di alluminio importata dall’Armenia, dal Brasile e dalla Cina per 5 anni. La decisione finale è risultata nell’imposizione di dazi anti-dumping definitivi di 13.4 % in Armenia, 17.6 % in Brasile e dal 6.4 al 30 % in Cina. Dopo una breve analisi del concetto di dumping e della sua regolamentazione all'interno del diritto dell'Organizzazione mondiale del commercio (in particolare, l'Accordo Antidumping), questa tesi, muovendo dall'esame di alcuni articoli scientifici che hanno quantificato gli effetti diretti e indiretti del dazio anti-dumping dell’Unione Europea sulle importazioni, intende analizzare gli effetti della distruzione del mercato, della sua depressione e deviazione del mercato. La particolarità di questo caso sta nel fatto che le imprese armene colpite dai dazi operavano in quanto unità produttiva di una multinazionale russa. Mentre le esportazioni dall’Armenia verso l’Europa sono diminuite, si sono espanse di contro quelle verso altri paesi, fino agli Stati Uniti. Le importazioni statunitensi dalla Russia, uno stato non direttamente toccato dalle norme anti-dumping, sono declinate vertiginosamente e sono state deviate verso l’Europa. Questo indica la potenziale inefficacia dei dazi anti-dumping alla presenza delle corporazioni multinazionali che hanno punti di produzione in diversi paesi influenzati in modo diverso da dazi anti-dumping.
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