Riassunto analitico
Il principale obiettivo di questo lavoro consiste nella disamina del trattamento che lo standard setter internazionale riserva a una voce particolarmente complessa come l’avviamento. L’adozione degli IAS/IFRS ha originato rilevanti riflessi sulla contabilizzazione e sulla valutazione del goodwill. Sommariamente si osserva che tale voce viene sottratta al processo di ammortamento sistematico e viene assoggettata ad una procedura di controllo contabile chiamata impairment test. Il presente contributo mira a mettere in evidenza il ciclo che l’avviamento segue all’interno dell’impresa, descrivendo la sua rilevazione iniziale e la sua determinazione nei momenti successivi. Per ognuna di queste fasi si tenta di delineare le principali criticità con cui il board aziendale potrebbe imbattersi. L’avviamento di un’azienda e la dinamica del suo valore negli anni può esercitare una notevole influenza sulle decisioni dei diversi interlocutori dell’impresa. Sulla scorta di quanto esposto si è deciso di eseguire un’analisi sul reporting informativo che le aziende diffondono in merito al goodwill. Per fare ciò, è stato campionato un gruppo di aziende quotate sul mercato gestito da Borsa Italiana S.p.A. La divulgazione di complete e tempestive informazioni relative all’impairment test sull’avviamento risulta fondamentale per garantire ai destinatari del bilancio la possibilità di valutare l’affidabilità del test stesso. Una disclosure ricca in termini di qualità e di quantità di informazioni costituisce condizione necessaria affinché vengano controbilanciati i numerosi profili di soggettività sottesi alle verifiche sull’avviamento. La presente tesi è strutturata in cinque capitoli. Nel primo si introduce il tema del goodwill, fornendo un inquadramento concettuale e teorico dell’avviamento ed evidenziando in particolar modo il significato economico di tale elemento. Parte delle sezione è dedicata a delineare le modalità di contabilizzazione del purchased goodwill. Il secondo capitolo si concentra sulla determinazione del valore dell’avviamento nelle fasi successive alla sua prima iscrizione. Dopo aver effettuato una premessa valevole per quasi tutti i long – lived assets, lo studio si focalizza sull’avviamento. In questa sede vengono sottolineate le principali insidie che accompagnano la valutazione periodica del goodwill, come per esempio l’analisi degli impairment indicators, il ricorso alle cash generating units ed il calcolo del valore recuperabile. Il terzo capitolo verte sul tema della disclosure. Punto cruciale è quello di mettere in luce il contenuto informativo minimo attualmente richiesto dal legislatore contabile internazionale, in modo da poter successivamente cogliere se le aziende siano in compliance rispetto a tali dettami. Nel medesimo capitolo si individuano, da un punto di vista teorico, alcune ragioni che possono spiegare un differente tenore informativo raggiunto dalle società. Al quarto capitolo sono stati attribuiti connotati più pragmatici. Qui è contenuta la ricerca empirica svolta, nella quale si procede all’analisi quantitativa del goodwill senza peraltro tralasciare l’evidenziazione delle svalutazioni operate dalle imprese. Viene presentato il metodo impiegato per quantificare il livello di disclosure e sono compendiati i singoli elementi informativi raccolti. La sezione contiene altresì i risultati ottenuti in merito al grado di disclosure misurato sulle società campionate ed una possibile interpretazione degli stessi. Nel capitolo conclusivo sono proposte alcune riflessioni finali. Le osservazioni riguarderanno in particolare se allo stato attuale della materia, il livello comunicativo delle società è in grado di trasmettere realmente le principali informazioni circa la tracciabilità dell’impairment test dell’avviamento, in modo che i principali destinatari del bilancio possano farsi un’idea sull’attendibilità dei risultati diffusi.
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